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Rimborsi da 730, incertezza sui tempi

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Rimborsi da 730, incertezza sui tempi

L’incertezza sui controlli preventivi complica la gestione dei 730. E lascia professionisti, Caf e contribuenti con un punto di domanda sui tempi di rimborso. Nel frattempo - secondo quanto risulta al Sole 24 Ore - le Entrate starebbero studiando un sistema di controlli mirati sulle posizioni più sospette, nell’ordine delle 20mila verifiche.

Le questioni aperte

I dubbi degli addetti ai lavori nascono dalla norma introdotta dalla legge di Stabilità 2016, che dà alle Entrate la possibilità di controllare in via preliminare i modelli 730 che generano un rimborso superiore a 4mila euro o che presentano «elementi di incoerenza» rispetto ai criteri fissati dalla stessa Agenzia. In questo caso, il rimborso non arriva in busta paga, ma è versato dalle Entrate entro sei mesi dal termine per l’invio della dichiarazione.

Di fatto, oggi molti Caf e professionisti non si sentono di poter dare ai contribuenti una “previsione certa” sui tempi di rimborso. «Cosa diciamo ai clienti? Che i tempi di rimborso sono quelli tradizionali, anche perché oggettivamente non abbiamo indicazioni diverse. Certo, il fatto che ad oggi non sia stato pubblicato il provvedimento sui controlli preventivi è abbastanza bizzarro, perché i Caf hanno iniziato o stanno per iniziare a trasmettere in modo massivo i 730», commenta Stefania Trombetti, coordinatore del gruppo tecnico fiscale della Consulta Caf. «Comunque - aggiunge - se dovesse trattarsi di controlli automatizzati, i Caf che lavorano bene non dovrebbero essere coinvolti».

I riscontri con i database del fisco, ad esempio, potrebbero evidenziare ritenute indicate nel 730 in misura diversa da quelle presenti nelle «Cu», crediti d’imposta superiori a quelli risultanti dalla dichiarazione dell’anno scorso o acconti maggiori di quelli pagati con F24. Tutte cose che un’attenta predisposizione del 730 dovrebbe già riscontrare.

«Non abbiamo indicazioni ufficiali, in ogni caso noi siamo abbastanza convinti che i rimborsi arriveranno nelle pensioni e nelle buste paga di competenza di luglio. I controlli dovrebbero essere limitati ai 730 inviati con il fai-da-te dai contribuenti e dai sostituti d’imposta», rileva Paolo Conti, direttore del Caf Acli.

Le mosse dei Caf

Resta il fatto che il solo controllo dà al fisco la possibilità di ritardare il rimborso. Ragion per cui i Caf sul territorio si muovono con prudenza. Ad esempio, al Caf Cgil Nordest tutte le dichiarazioni che “chiudono” con rimborsi oltre i 4mila euro «vengono segnalate in automatico dai nostri software e sottoposte a un duplice controllo interno più accurato prima dell’invio», come spiega l’amministratore delegato Claudio Zaccarin.

Ma la verifica potrebbe riguardare anche i 730 con rimborsi di pochi euro (o a debito) che risultino comunque “anomali”. In mancanza di indicazioni ufficiali, gli intermediari utilizzatori indicatori interni: così il Caf Cia di Lucca sottopone a controllo sistematico anche alcune pratiche ritenute “sensibili”, tra cui quelle che per il primo anno danno l’avvio a detrazioni pluriennali come quelle sui lavori o i mobili.

Una tesi che circola tra gli addetti ai lavori è che verranno controllati solo i 730 per i quali l’intermediario non ha utilizzato la precompilata. Ne è convinto Romeo Melucci, responsabile del Caf 50 e+, secondo cui «i contribuenti che ci hanno dato la delega per visionare la precompilata siano al riparo da controlli immediati pre-rimborso».

Il «piano» delle Entrate

Lo schema su cui sta lavorando l’Agenzia delle entrate è comunque quello di ridurre il numero dei controlli preventivi in modo da concentrarsi sulle situazioni ritenute più a rischio. Qualche esempio? I contribuenti che sono già “noti” ai database del Fisco perché hanno subito in passato recuperi di rimborsi. O ancora i soggetti che hanno modificato i dati delle certificazioni uniche («Cu») in modo anomalo. I rimborsi sospesi poi saranno presi in carico dagli uffici delle Entrate, che potranno chiedere anche la documentazione ai contribuenti interessati. Solo in caso di problemi nella documentazione scatterà lo stop definitivo all’erogazione dell’importo. L’obiettivo è comunque quello di rispettare i tempi di pagamento previsti dalla norma (sei mesi dall’invio) e dove possibile di anticipare i tempi in modo da “restituire” le somme tra ottobre e novembre.

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