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Frodi Iva, sulla prescrizione deve agire il Parlamento

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Frodi Iva, sulla prescrizione deve agire il Parlamento

Era prevedibile che sarebbe arrivato alla Corte costituzionale il dispositivo della sentenza Taricco e altri con cui la Corte di giustizia Ue ha definito l’8 settembre 2015 la causa C-105/14, “ordinando” ai giudici italiani di non dichiarare estinti per prescrizione i reati in materia di Iva (in quanto anche risorsa propria dell’Unione), quando l’effetto pratico è quello di non infliggere sanzioni effettive e dissuasive in un numero considerevole di
casi di frode grave.

L’ordinanza 28346/2016 della Cassazione (si veda «Il Sole 24 Ore» del 9 luglio) ha rinviato la questione alla Consulta per una ampia serie di motivazioni.

Il giudice delle leggi non potrà però risolvere il tema più generale della prescrizione di qualsiasi reato, prova ne sia che dal 28 febbraio 2014 si sta trascinando in Parlamento un disegno di legge per la riforma del Codice penale su questo tema. Il disegno di legge (ora n. 1844 Senato) è attualmente in discussione presso la Commissione giustizia,
partendo dal testo licenziato dalla Camera il 24 marzo 2015, quindi oltre un anno fa e prima della sentenza Taricco.

In quella versione della norma la sospensione della prescrizione era prevista solo tra due gradi di giudizio, e con il termine massimo di uno o due anni, in relazione anche alla tipologia di sentenza, cioè di condanna piuttosto che di assoluzione. Una simile disposizione non risolve il tema sollevato dalla Corte di giustizia, che punta alla sospensione senza limite per questo tipo di reati, che devono essere comunque definiti in modo preciso.

Il Ddl prevede l’applicazione delle nuove norme ai fatti commessi dopo l’entrata in vigore della disciplina che sarà definitivamente approvata, ed è questo anche uno degli argomenti nel rinvio della Cassazione alla Consulta: se il giudice italiano dovesse comunque tener conto della sentenza Taricco, non potrà certo farlo per i procedimenti pendenti, che si riferiscono a fatti commessi prima del deposito di quella decisione.

L’auspicio è che il Parlamento definisca al più presto la materia per qualsiasi tipo di reato, anche in una prospettiva di strategia processuale.

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