Norme & Tributi

Niente addebito se il marito diventa testimone di Geova

  • Abbonati
  • Accedi
DIRITTO DI FAMIGLIA

Niente addebito se il marito diventa testimone di Geova

Non ci sono motivi per affidare in via esclusiva alla madre i figli se questa è in contrasto con l'ex marito, divenuto testimone di Geova, sull'educazione religiosa. Ma si può prevedere il “monitoraggio e sostegno ai genitori” da parte del Consultorio per assicurare la “continuità nelle abitudini e negli impegni” dei ragazzi anche quando sono con il padre, facendo ricorso alla collaborazione dei nonni se sorgono contrasti sulle “convinzioni religiose”.

La Cassazione (sentenza 14728, depositata ieri) ha confermato così quanto disposto dalla Corte d'Appello di Trieste in merito alla separazione di coppia di Pordenone, allorché il marito si era convertito. L'ex moglie aveva proposto ricorso chiedendo l'affidamento in esclusiva dei figli, che l'appello aveva disposto ad entrambi i genitori, ritenendo che con la conversione l'uomo avesse disconosciuto i valori del cattolicesimo, accettati con il matrimonio.

“La Cassazione ha ribadito che la separazione non potesse essere addebitata all'uomo per la sola conversione religiosa”

 

La Cassazione ha ribadito che la separazione non potesse essere addebitata all'uomo per la sola conversione religiosa e la partecipazione alle pratiche del nuovo culto, in quanto diritto costituzionalmente garantito. Quanto all'affidamento dei due bambini, i giudici di merito - sottolinea la sesta sezione civile della Suprema Corte nella sentenza n. 14728 - hanno accertato, anche in base alle relazioni degli assistenti sociali, che la “scelta spirituale” del padre non giustificasse l'affidamento esclusivo alla madre.

I ragazzi hanno, infatti, diritto “a conservare un rapporto equilibrato e continuativo” con entrambi i genitori. Il timore della madre di un effetto traumatico delle nuove abitudini, secondo gli ermellini, giustifica però la previsione di “misure idonee” a garantire che il rapporto col padre non si traduca in “indebite pressioni o condizionamenti, volti ad imporre l'accettazione” del suo credo.

© Riproduzione riservata