Norme & Tributi

Mille e un metodo per non pagare le tasse

  • Abbonati
  • Accedi
LE STORIE

Mille e un metodo per non pagare le tasse

Autocertificazioni false, fatture gonfiate, società fittizie o intestate a nullatenenti, trust di copertura. La gallery degli espedienti messi in campo per evadere il fisco si arricchisce ogni giorno di nuove “invenzioni”. Dalle Alpi alla Sicilia, la frode all’erario attraversa tutte le classi sociali: dalle piccole attività in nero finalizzate a mantenere il tenore di vita familiare alle maxi-evasioni che nascondono patrimoni consistenti.

Le strategie dei «finti poveri»
Sempre ricco il capitolo dei “finti poveri”, ossia di chi dichiara il falso per ottenere servizi agevolati, esenzioni o contributi sociali. A Roma, a gennaio di quest’anno, l’Università di Tor Vergata e il comando provinciale della Guardia di finanza della Capitale hanno avviato un’attività di collaborazione volta a smascherare gli studenti che usufruiscono di riduzioni o esenzioni dalle tasse universitarie senza averne diritto.
L’operazione inizia con il controllo da parte dell’ateneo delle dichiarazioni degli studenti che godono delle agevolazioni. L’università confronta i dati in suo possesso con quelli dell’anagrafe tributaria e, se emergono scostamenti o altre irregolarità, stila un elenco di soggetti a rischio. La lista viene quindi inviata ai finanzieri che effettuano gli accertamenti, partendo da posizioni già scremate. Una strada che a breve verrà seguita, sempre a Roma, anche dall’Accademia delle belle arti.

Ma non ci sono ovviamente solo gli studenti universitari. In provincia di Bergamo, la Guardia di finanza di Costa Volpino, un Comune di circa 10mila abitanti, ha scoperto una dozzina di finti poveri (imprenditori, lavoratori autonomi, impiegati) che mentivano sulla propria situazione economica per avere gratuitamente i servizi scolastici, ottenere assegni familiari (li aveva ricevuti anche il titolare di un’azienda completamente sconosciuta al fisco, ma con guadagni superiori a 200mila euro), sostegni alla maternità e all’affitto.
Per ottenere prestazioni sociali a cui non si avrebbe diritto vengono anche simulate composizioni fittizie del nucleo familiare, con residenze “di comodo” o comunque diverse da quelle reali, come ha evidenziato la Guardia di finanza di Udine nel corso di un’attività ispettiva portata avanti lo scorso anno su agevolazioni scolastiche, spese sanitarie, sostegno a reddito e maternità, da cui sono emersi 118 evasori.

Gli intrecci con il riciclaggio
L’evasione si sposa anche con il riciclaggio. A Palermo i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria hanno eseguito un sequestro preventivo di beni e disponibilità per circa 2 milioni di euro. Le indagini riguardavano due promotori finanziari che avevano messo in piedi un sistema in grado di riciclare i proventi derivanti dall’evasione fiscale commessa nell’attività di compravendita immobiliare. In pratica, parte dei guadagni percepiti in nero veniva investita in strumenti finanziari (fondi comuni e polizze) con un meccanismo di schermatura che non consentiva la diretta tracciabilità dei beneficiari, ma permetteva loro di ottenere linee di credito garantite e di rientrare in possesso del denaro ormai ripulito.

Le irregolarità nelle fatture
Fatture false o gonfiate e società di gestione di spazi pubblicitari intestate a prestanome nullatenenti, che subentravano una all’altra ogni due-tre anni, sono invece alla base di una frode fiscale da 36 milioni di euro scovata grazie a un’indagine della Guardia di finanza di Forlì, che ha riguardato anche Cesena, Ravenna, Rimini, Bari e Cosenza.
In questo caso l’evasione si nascondeva sotto finte sponsorizzazioni pagate con prezzi molto superiori (anche del 2.500%) ai valori di mercato. Gli importi venivano regolarmente versati tramite bonifici, titoli di credito o altri mezzi tracciabili, ma il denaro – subito dopo essere stato accreditato – spariva dai conti correnti attraverso prelievi in contanti o girate di assegni.
Il sistema andava avanti dal 2009. I finanzieri hanno contestato l’emissione di fatture false per 19 milioni, redditi non dichiarati per 12 milioni e oltre 5 milioni di Iva evasa.

I grandi patrimoni
Nemmeno i nobili sfuggono alla tentazione dell’evasione, almeno nel caso di quelli scoperti dalle Entrate con l’operazione ironicamente definita «Noblesse oblige». L’Agenzia ha recuperato all’Erario oltre 10 milioni di tasse evase, negli anni, da un’antica famiglia nobiliare proprietaria di un enorme patrimonio immobiliare, i cui frutti erano però stati sottratti alla tassazione italiana attraverso l’utilizzo di società e trust fittizi all’estero. Ed è solo di pochi giorni fa la notizia che a Roma, la Guardia di finanza ha sottoposto a sequestro il patrimonio mobiliare e immobiliare riconducibile al conte Fabrizio Sardagna Ferrari von Neuburg und Hohenstein (sette ville, un elicottero e il castello di Tor Crescenza del XV secolo), ma intestato a società formalmente di proprietà del giardiniere e della domestica del nobiluomo, stimando un’evasione di circa 12 milioni di euro.

© Riproduzione riservata