Norme & Tributi

Dalle Entrate altre 200mila «lettere»

  • Abbonati
  • Accedi
Fisco & Contabilità

Dalle Entrate altre 200mila «lettere»

Il “nuovo” rapporto tra fisco e contribuenti, passa sempre più dalle lettere “preventive” e , si spera, sempre meno dalle cartelle esattoriali. E questo, come ha ricordato ieri nell’intervista al Sole 24 Ore il direttore dell’Agenzia delle entrate Rossella Orlandi, porterà in autunno nelle buchette degli italiani almeno 200mila comunicazioni a chi potrebbe aver dimenticato di presentare la dichiarazione pur avendo percepito più redditi da lavoro dipendente o da pensione da diversi sostituti. Per un totale nel 2016 di almeno 500mila lettere.

Intanto le lettere già uscite dall’Agenzia tra maggio e i primi giorni di luglio, sono state circa 290mila, per informare i contribuenti su possibili errori o dimenticanze nei redditi dichiarati e regolarizzabili, nel caso serva, mediante l’istituto del ravvedimento operoso. Si tratta per l’esattezza di: 100mila lettere relative a varie tipologie di reddito, per il periodo d’imposta 2012; 160mila comunicazioni per le anomalie negli studi di settore relative ai dati degli studi di settore presentati dai contribuenti per il triennio 2012-2014; 32.000 comunicazioni a seguito di attività istruttoria esterna. A queste se ne dovrebbero aggiungere almeno 200mila relative ai redditi percepiti nel 2015 e dichiarati nel 2016, quelle appunto in arrivo nei mesi autunnali, rese possibili grazie alla dichiarazione precompilata e ai dati trasmessi dai datori di lavoro e dagli enti previdenziali. Un dato totale superiore agli obiettivi della convenzione Mef-Entrate che prevedono 400mila lettere, 15 miliardi da incasso per lotta all'evasione, 700mila controlli formali e accertamenti automatizzati, un gettito medio di 16mila euro per adesione e acquiescenza relativa agli accertamenti eseguiti nei confronti delle imprese di medie e grandi imprese.

Incrociando dati in suo possesso, l’Agenzia è riuscita, nel 2015, ad avvisare circa 220mila contribuenti di possibili anomalie che riguardano la dichiarazione dei redditi, invitandoli a verificare la propria posizione ed eventualmente a porvi rimedio senza incorrere in controlli. I destinatari di questa tornata di lettere bonarie sono stati (e lo saranno anche nel 2016) i contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione pur avendo percepito più redditi da lavoro dipendente o da pensione da diversi sostituti (datori di lavoro o enti previdenziali) i quali non hanno effettuato il conguaglio delle imposte.

E così nel 2016 le lettere inviate potrebbero aggirarsi intorno alle 500mila unità; un numero vicino a quello del 2015 tra 220mila invii a chi ha dimenticato di presentare la dichiarazione, 190mila comunicazioni di anomalie rilevate nei dati dichiarati ai fini degli studi di settore, 20mila comunicazioni complessivamente inviate a cittadini che non hanno dichiarato tutte le plusvalenze, professionisti non in regola, soggetti Iva con un volume d’affari inferiore alle fatture comunicate al fisco dai clienti tramite “spesometro” e 65mila lettere ai contribuenti che non hanno presentato, o non hanno compilato correttamente, la dichiarazione Iva.

Intanto, resta confermato che c’è tempo fino a settembre per consegnare i documenti dei controlli formali relativi alle dichiarazioni dell’anno d’imposta 2013 e per fornire chiarimenti sulle comunicazioni di compliance inviate ai contribuenti.

Così, al posto dei classici controlli ex post che prevedevano pesanti sanzioni e interessi, l’Agenzia comunica in via preventiva con il contribuente e lo “allerta” con un messaggio (via Pec o posta) che, dall’incrocio tra quanto indicato nella dichiarazione dei redditi e le altre informazioni di cui il Fisco dispone, risultano delle anomalie. «La strada degli alert preventivi ai contribuenti ci pare corretta in linea di principio perché evita, nel caso di irregolarità, pesanti sanzioni al contribuente - spiega Luigi Mandolesi, responsabile per la fiscalità del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili - anche se sentiamo il dovere di chiedere all’Agenzia di non esagerare evitando lettere inutili e che allarmano in maniera ingiustificata il contribuente».

© Riproduzione riservata