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Via libera al processo Tar digitale

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GIUSTIZIA

Via libera al processo Tar digitale

In attesa del percorso di conversione in legge nei 60 giorni - e salva comunque la possibilità di un intervento della Consulta preannunciato ieri da Aldo Morgigni, consigliere togato del Csm - i vertici di Cassazione, Consiglio di Stato, Avvocatura dello Stato e Corte dei conti iniziano il periodo di proroga annuale. Con la pubblicazione del decreto legge 168 del 31 agosto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°203 di ieri - e in vigore già da ieri stesso - c’è anche il via libera ai nuovi tirocini - abbreviati a 12 mesi e allargati anche agli uffici giudicanti e requirenti della Cassazione - e soprattutto, in una logica di rafforzamento della magistratura di base, al reclutamento veloce dei vincitori degli ultimi concorsi (2014 e 2015) con un aumento del 10% dei posti disponibili, dietro richiesta diretta del ministro al Csm. Stop inoltre alla migrazione di personale dalla Giustizia ad altre amministrazioni - con la sola eccezione per la chiamata proveniente da organi costituzionali - e infine al prolungamento del periodo minimo in nuova sede, sempre per i magistrati, a quattro anni dai tre attuali. Quattro anni diventa anche il termine minimo per ricoprire incarichi direttivi (per esempio, capo della Procura o presidente di Tribunale), step che bloccherà le ambizioni degli ultrasessantacinquenni (per la Cassazione invece il limite resta di tre anni).

Con il provvedimento urgente sulla giustizia parte anche l’operazione di digitalizzazione del processo amministrativo, dopo tre proroghe consecutive, l’ultima giusto di un mese fa. Il giudizio davanti al Tar e al Consiglio di Stato a partire dal 1° gennaio 2017 si allinea a quello civile - già a regime telematico pieno da più di un anno - diventando in sostanza un processo via Pec. Inoltre, l’esperienza dell’ufficio per il processo debutta anche in questo ambito (tempi tecnici di sei mesi per le disposizioni attuative) e sblocco contestuale delle assunzioni di 53 figure “tecnologiche”, di cui tre dirigenziali.

A margine dei “rinforzi”, o presunti tali, urgenti - tra proroga pensionamenti e tirocini formativi, il governo si sta muovendo anche per stampellare la parte più fragile del sistema giustizia, vale a dire il personale amministrativo, dove da 19 anni il turn over è bloccato, e con effetti sempre più drammatici. Ne ha parlato ieri mattina il sottosegretario Cosimo Ferri ospite di Radio 24. Ferri ha spiegato le difficoltà di ricorrere alla mobilità volontaria, collegata alla soppressione delle province, a cui hanno risposto solo 580 dipendenti sui 3mila posti disponibili. Pertanto il ministero ha attivato lo scorrimento di alcune graduatorie di idonei assumendo 43 persone destinabili al ministero dell’Interno e 62 dalla graduatoria dell’Istituto commercio estero. Inoltre è stata attivata la mobilità obbligatoria, che ha permesso di assumere altre 359 unità che iniziano oggi a lavorare. Nel decreto 117, che ad agosto prorogò l’avvio del processo anmministrativo digitale. sono state trovate risorse per assumere 1.000 altre unità.

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