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Nel secondo trimestre 2016 ancora in calo i contratti stabili…

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rapporti DI LAVORO

Nel secondo trimestre 2016 ancora in calo i contratti stabili (-29%)

La diminuzione degli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, fa perdere appeal al nuovo contratto a tutele crescenti. La conferma arriva dal sistema delle comunicazioni obbligatorie, pubblicato stamane dal ministero del Lavoro e relativo ai dati del secondo trimestre 2016. Nota positiva, aumentano invece i contratti di apprendistato (+26,2%), «segno - secondo il Ministero - dei recenti interventi volti a rafforzare tale strumento di ingresso nel mercato del lavoro, a partire da Garanzia Giovani».

In questo periodo - si legge nella nota trimestrale - le attivazioni di contratti a tempo indeterminato sono state 392.043, il 29,4% in meno rispetto all'anno scorso (-163.099).

Più in generale nel secondo trimestre dell’anno in corso sono
state registrate nel complesso 2,45 milioni di attivazioni di contratti a fronte di 2,19 milioni di cessazioni. I contratti trasformati a tempo indeterminato sono stati 84.334, di cui 62.705 da tempo determinato e 21.629 da appendistato.

Per quanto concerne le attivazioni, quelle a tempo indeterminato hanno costituito il 16% del totale, contro il 70,5% di quelle a termine, mentre i contratti di collaborazione hanno pesato per il 3,6% e quelli di apprendistato per il 3,3% (il dato, a differenza di quello dell’Inps, tiene conto di tutto
il lavoro dipendente, compresi domestici, agricoli e Pa e anche
dei contratti di collaborazione) .

Guardando alla ripartizione geografica, il maggior volume di assunzioni si è registrato nelle regioni del Nord e del Mezzogiorno, pari rispettivamente a 952.661 e 921.498 contro le 579.458 censite nel Centro. Se la suddivisione tocca, invece, i settori economici, il 72% delle assunzioni ha interessato i servizi (1.766.373 unità), mentre nell’agricoltura e nell’industria il volume degli avviamenti è stato pari rispettivamente a 362.860 e 325.524 unità.

Sul fronte delle cessazioni, i rapporti di lavoro a tempo indeterminato conclusi sono stati 470.561, il 10% in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. La maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo
determinato (1,43 milioni). Tra le altre cessazioni sono
aumentate quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%), mentre si
sono ridotte quelle chieste dal lavoratore (-24,9%). In
particolare sono aumentati i licenziamenti(+7,4% sul secondo
trimestre 2016).

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