10/10 Utenze domestiche-2/Telefonia: basta un clic per cambiare gestore
Il Ddl concorrenza reintroduce, senza possibilità di interpretazioni, i costi di recesso sugli abbonamenti telefonici, Internet e delle pay-tv, che neppure la legge Bersani del 2007 aveva azzerato, visto che ammetteva la presenza di spese, purché giustificate. Il disegno di legge iniziale prevedeva l’addebito di costi, esplicitati sul contratto e proporzionati al suo valore. La versione attuale specifica che deve trattarsi di costi vivi sostenuti dall’impresa per il trasferimento o la dismissione della linea. Per il consumatore, poco cambia. Arriverà, invece, la possibilità di sbrigare il recesso o il cambio di gestore direttamente online, senza l’invio della raccomandata. In questo caso, la versione originale parlava genericamente di modalità semplici, mentre ora si specifica con «modalità telematiche».
C’è, poi, il tema della portabilità dei numeri in ambito di tlc: è previsto che si possa procedere a distanza senza più inviare copia di un documento di identità, ma utilizzando per esempio lo Spid, il servizio di identità digitale.
Rispetto a l testo di partenza, l’esame parlamentare ha inserito un passaggio sui call center e in particolare sulle chiamate indesiderate per scopi commerciali o ricerche di mercato. La novità prevede che l’operatore del call center dichiari subito la società per cui chiama e il motivo del contatto e possa poi procedere solo previo assenso dell'abbonato. È stato, inoltre,disposto di riformare il Registro delle opposizioni, dove si iscrive chi vorrebbe non ricevere telefonate commerciali (ma il sistema ha mostrato lacune).
Il Parlamento ha, infine, aggiunto la precisazione che quando si chiama un numero a pagamento non geografico (199 e simili), la tariffazione scatta solo dalla risposta dell’operatore, non durante l’attesa. (Adriano Lovera)
Numeri non geografici: 199 scatto alla risposta
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