Vietato vietare l’accesso ai cani nei giardini pubblici: lo ha stabilito il giudice di Pace di Lodi dando ragione alla Lav che si era appellata dopo aver ricevuto una sanzione per «aver violato l’articolo 65 del Regolamento comunale di Polizia Urbana e aver introdotto un cane nel parco pubblico dei Giardini Barbarossa». La multa era stata comminata durante una manifestazione indetta dalla Lav e dall’associazione animalista Amici Animali Onlus contro il divieto di accesso ai cani nei parchi pubblici. Tra le sei persone multate c’era anche l’onorevole Michela Vittoria Brambilla.
Dopo quattro anni di battaglie legali il giudice di pace di Lodi ha ritenuto illegittima la sanzione, ricordando che «la più recente giurisprudenza amministrativa si riporta a un indirizzo costante e consolidato il quale nega cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico ai provvedimenti che limitano la libertà di circolazione ai conduttori di cani» (procedimento civile n.1083 R.G.2016).
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«Si tratta di una sentenza importantissima le cui implicazioni devono estendersi a tutto il territorio nazionale – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile Area animali familiari della Lav –. Il Giudice di Pace di Lodi ha riconosciuto in sede civile ciò che oramai per la giurisprudenza amministrativa è un fatto consolidato: igiene, sanità e incolumità pubblica possono essere fatte rispettare mediante divieti e sanzioni dalla legislazione vigente, quali l’obbligo del guinzaglio e di raccolta delle deiezioni, senza ulteriore necessità di limitare a priori le libertà di movimento dei detentori degli animali d’affezione».
Il caso di Lodi non è isolato: in numerose città le amministrazioni vietano l’accesso ai cani in aree pubbliche. E di recente anche il Tar Lazio si era espresso contro tali ordinanze ritenendole «eccessivamente limitative della libertà di circolazione delle persone» (sentenza 17-05-16 n. 5836).
«Il principio è chiaro - dichiara Ilaria Innocenti -: no ai divieti generalizzati, si a libertà di movimento di persone con i cani, e sanzioni verso chi non rispetta le regole». Adesso sulla base di questa sentenza la Lav chiede a tutti i sindaci italiani di rimuovere i divieti di accesso da giardini e parchi e di introdurre nei propri regolamenti norme che prevedano la possibilità per gli animali di entrare in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico, pubblici esercizi e mezzi di trasporto. «I divieti di accesso sono anacronistici e ingiustamente penalizzanti per chi vive con un animale - aggiunge Innocenti -, lo confermano anche dai dati del Rapporto Eurispes 2016, secondo il quale aumentano del 13% coloro che vorrebbero il libero accesso degli animali nei luoghi pubblici».
A questo proposito il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato, anche con i voti dell’opposizione, una normativa che consente e regolamenta l’accesso degli animali d’affezione nelle strutture ospedaliere per agevolare il rapporto uomo-animale.
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