Bonus casa al rialzo se i lavori porteranno consistenti miglioramenti per risparmio energetico e prevenzione antisismica. Se poi questi miglioramenti riguarderanno interi edifici condominiali, il credito d’imposta Irpef potrà raggiungere il 75-80 per cento. È l’ultima ipotesi allo studio dei tecnici del Mef e di quelli della Ragioneria in termini di fattibilità economica per prorogare e rilanciare il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus. Un rilancio in grande stile che dovrebbe toccare anche la durata degli incentivi estesi per la prima volta oltre l’orizzonte annuale, per 2-3 anni. Questo darebbe modo di dare certezza del beneficio anche per lavori più complessi anche se non passa la proposta di associazione di categoria e imprese di stabilizzare definitivamente l’agevolazione.
Per i bonus casa del 2017 più che di proroga si può dunque parlare di un vero e proprio restyling con novità di rilievo soprattutto per l’ecobonus e il sismabonus. Mentre per il credito del 50% per le ristrutturazioni semplici si pensa solo a una proroga secca di un anno, per questi due strumenti le novità sono molto più articolate. In primo luogo è prevista l’estensione dell’attuale incentivo ai lavori di prevenzione antisismica anche alle zone 3 (oggi è limitato alle zone 1 e 2 più esposte al rischio sismico). In secondo luogo, è prevista l’introduzione di un meccanismo “premiale” a crescere ispirato al nuovo credito d’imposta per gli interventi di ristrutturazione legati al sisma dell’agosto scorso. Il cosiddetto “sisma bonus” nelle intenzioni dell’Esecutivo dovrebbe riconoscere ai contribuenti un credito d’imposta Irpef “base” del 50% che potrà salire al 70% nel caso in cui i lavori di ristrutturazione facciano salire l’immobile di almeno un livello nella classificazione antisismica. Se poi i livelli “scalati” fossero due, il bonus Irpef salirebbe al 75% e potrebbe toccare l’80% nei casi in cui l’adeguamento antisismico riguardasse tutto l’edificio.
Con questa stessa progressione potrebbe essere riscritto il bonus per la riqualificazione energetica. Il condizionale sulle percentuali al momento resta d’obbligo in quanto legato alle risorse disponibili che potranno essere recuperate con la legge di bilancio, ma il potenziamento e il sistema progressivo sono basi solide su cui Mit e Mef stanno lavorando. Se fosse tutto confermato, l’attuale agevolazione del 65% scenderebbe al 50% per i lavori con basso impatto e crescerebbe fino all’80%, invece, se i lavori di riqualificazione energetica fossero ad alto impatto e coinvolgessero l’intero condominio.
L’altra novità di rilievo e particolarmente attesa soprattutto per stimolare e far crescere ulteriormente l’appeal dei crediti d’imposta per la casa riguarda la durata di recupero dell’agevolazione da parte del contribuente. Gli attuali 10 anni in cui va spalmato il credito d’imposta e il suo recupero nella dichiarazione dei redditi verrebbe dimezzato e portato dunque a soli 5 anni. La tenuta economica della proposta in questo caso è certamente più a rischio visto l’ampio utilizzo di queste agevolazioni. Dagli ultimi dati contenuti nel Rapporto dedicato all’impatto degli incentivi fiscali da Servizio studi della Camera e Cresme emerge che i due sconti Irpef per chi effettua lavori in casa, quello del 50% per le ristrutturazioni e quello del 65% per il risparmio energetico, continuano a correre senza perdere appeal. Nei primi sette mesi dell’anno il Fisco ha effettuato ritenute per 1,060 miliardi che corrispondono a un investimento agevolato di oltre 16 miliardi che in termini percentuali rappresentano un più 23,8% del ricorso ai bonus casa nel 2015.
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