Il concetto di fiducia e il voler far parte della squadra vale anche nel momento in cui si deve instaurare un rapporto di lavoro. Trasferito in ambito condominiale, questo significa che, nella fase di selezione di un nuovo portiere, sarà necessario valutare, nei limiti del possibile, che l’aspirante lavoratore sia la figura adatta per gettare le basi di un legame di stima: è innegabile che pur svolgendo compiti “di semplice attesa”, il custode di condòminio debba essere persona di responsabilità e affidabilità.
Vanno presi allora in considerazione aspetti tipici della “job analysis” e della selezione del personale. Oltre all’effettiva corrispondenza delle competenze e delle caratteristiche previste dal ruolo, è opportuno verificare anche il grado di disponibilità del candidato a “riconoscersi” in quel ruolo, con la consapevolezza che con il proprio impegno, la persona contribuirà al “successo” del “condominio”. Il portiere rappresenta infatti ogni singolo condòmino, diventandone intermediario sia all’interno che all’esterno della popolazione condominiale.
A lui è richiesta serietà, affidabilità, discrezione, precisione, cortesia, attenzione ai particolari, solerzia, puntualità, disponibilità, abbigliamento e modi adeguati al tenore dello stabile e degli inquilini, solo per citare le caratteristiche indispensabili. A meno che non sia stata individuata una persona già apprezzata dai condòmini, perché magari in passato ha avuto a che fare con lo stabile, sarà opportuno confrontare più candidati.
Prima del colloquio
Prima di passare alla selezione sarà opportuno che l’assemblea si sbilanci su ciò che sta cercando: un portiere con alloggio o senza alloggio? Un dipendente oppure un’impresa che si occupi delle pulizie? Stabilito ciò, se i candidati sono tanti, meglio effettuare un primo screening dei curriculum. In tale modo, ci si farà un’idea, anche se superficiale, di quali sono le competenze professionali di ciascuno, verificando se gli aspiranti portieri hanno avuto precedenti esperienze con lo stesso incarico o con funzioni che prevedevano caratteristiche simili (come domestico, autista, fattorino).
Da tenere in considerazione anche la distanza tra casa e luogo di lavoro, soprattutto se si deve selezionare un portiere con abitazione al di fuori del condòminio, che debba effettuare la rotazione sacchi al mattino presto. Gli amministratori possono richiedere alla persona il certificato storico del percorso lavorativo (ex C2 storico) per verificarne il pregresso, oltre al casellario giudiziario se vogliono approfondire riguardo l’integrità morale.
Durante il colloquio
L’ideale è che il colloquio venga condotto da due selezionatori (che potrebbero essere l’amministratore e un consigliere) per poter confrontare le rispettive impressioni. In tale frangente, andrà verificata la corrispondenza delle competenze riportate nel curriculum con quelle realmente possedute, attraverso domande specifiche o inviti a esporre personalmente il contenuto del curriculum.
Andranno anche valutate le caratteristiche fisiche del candidato (ordine e pulizia personale, abbigliamento, presenza) oltre agli aspetti non verbali della comunicazione (postura, espressioni del viso, contatto visivo, segnali di disagio). Poiché il candidato potrebbe non essere italiano, sarà opportuno misurare la sua padronanza della lingua: i condòmini sono molto attenti a questa prerogativa, anche considerando che il portiere è in continuo contatto con le persone e deve poterne intendere le richieste.
Attraverso il colloquio sarà anche possibile valutare quanto la persona sia interessata all’impiego e quanto invece possa rappresentare per lei un ripiego o un’occasione temporanea. Valutati tutti questi aspetti, l’amministratore potrà convocare l’assemblea con il nome o i nomi degli aspiranti portieri selezionati, e far decidere alla maggioranza se è il caso di assumere oppure no.
Dal primo giorno di lavoro
Individuata la persona, il consiglio è inserire all’interno del contratto anche un periodo di prova (della durata di due mesi secondo il Contratto dei Proprietari di Fabbricati) per valutare la reale attitudine della persona. In questo periodo l’amministratore potrebbe convocare nuovamente l’assemblea in modo che siano i condòmini stessi a stabilire se porre termine al contratto (con un preavviso che nel rapporto di portierato è pari a 10 giorni) o se invece ci sono i presupposti per dar vita a un vero rapporto di fiducia.
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