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Torino, permessi per assistere i familiari anche per le coppie di fatto e…

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Legge 104

Torino, permessi per assistere i familiari anche per le coppie di fatto e le unioni civili

Il Comune di Torino riconosce ai suoi dipendenti conviventi o in unione civile il diritto ad usufruire dei permessi retribuiti e dei benefici previsti dalla Legge 104/92 (se uniti a persone con handicap in condizione di gravità), fino ad oggi garantiti ai soli coniugi e ai parenti o affini fino al secondo grado. La circolare emanata dalla Direzione Organizzazione prevede inoltre la possibilità – per i contraenti di unione civile – di usufruire del congedo “matrimoniale” e delle diverse patologie di permessi (lutto in caso di decesso, per grave infermità del coniuge e congedo per motivi familiari).

Il testo, in particolare, dà applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale (la numero 213 del 2016) che ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 33, comma 3, della Legge 104/1992 nella parte in cui non include il convivente more uxorio tra i soggetti legittimati a fruire del permesso mensile retribuito per l'asssistenza alla persona con handicap in situazione di gravità. La ratio seguita dall'amministrazione comunale, su spinta della nuova giunta guidata dalla Sindaca Chiara Appendino, è stata quella di applicare quanto previsto dalla sentenza della Corte non soltanto ai conviventi ma anche ai membri delle unioni civili. Un istituto, quello delle unioni, riconosciuto dalla Legge Cirinnà (76/2016) arrivata successivamente al quesito posto alla Corte Costituzionale e dunque non previsto all'interno della sentenza emessa poco più di 15 giorni fa.

A tal proposito, la direzione Organizzazione del Comune chiarisce di «aver inviato una richiesta di chiarimenti ad Dipartimento della Funzione pubblica e all'Inps circa l'operatività dell'articolo 1, comma 20, della legge», in particolare rispetto alla immediata operatività della norma per gli “uniti” civilmente, o alla necessità di ulteriori provvedimenti da parte dell'Esecutivo, come in realtà prevede il comma 28 sempre dell'articolo 1 della stessa Legge Cirinnà .

L'iniziativa è stata sostenuta e promossa dalla nuova Giunta della sindaca Cinque Stelle Chiara Appendino e, come sottolinea l'assessore alle Pari Opportunità Marco Giusta , «Torino è la prima amministrazione comunale in Italia ad applicare la nuova normativa in tema di famiglie alla disciplina interna di gestione del proprio personale». Il Comune, dunque, diventa il punto di partenza per quella che l'assessore definisce «un'opera di sensibilizzazione per innescare un processo virtuoso per l'estensione delle libertà civili a tutti e tutte coloro che ne hanno il diritto».

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