Risparmio privato e capitali stranieri: la legge di bilancio in via di definizione potrebbe provare a combinare questi due elementi per far affluire maggiori risorse all’economia reale. Accanto alle due misure che agiranno direttamente sulle imprese - i Piani individuali di risparmio e le “aziende sponsor” - spunta anche un possibile intervento per attrarre in Italia magnati stranieri attarverso un nuovo regime fiscale. Il pacchetto è all’ultimo giro di tavolo tra i tecnici dei ministeri e sarà Palazzo Chigi a dire l’ultima parola sull’inserimento nella manovra.
La norma sui “paperoni”
Già esaminata all’indomani della Brexit, sta tornando alla ribalta in queste ore la possibilità di introdurre anche in Italia il cosiddetto regime “resident but not domiciled” che negli anni ha consentito a Londra di attrarre miliardari. Si tratta in pratica di capovolgere il principio guida del nostro ordinamento tributario secondo cui il residente è tassato con le regole italiane su tutti i redditi, compresi quelli oltreconfine. A far eccezione a questo principio, finora, erano solo i redditi e i beni posseduti in Paesi con i quali l’Italia ha sottoscritto trattati contro le doppie imposizioni.
La novità riguarderebbe chi trasferisce la residenza in Italia ma mantiene il domicilio nel Paese di provenienza: sarebbe sottoposto alla tassazione italiana solo per i redditi e le plusvalenze prodotte o trasferiti nei nostri confini. Su redditi, beni e attività finanziarie realizzati e posseduti all’estero, il neo-residente continuerebbe a pagare le imposte con le aliquote e i livelli di tassazione del Paese di riferimento.
Si tratterebbe di una riforma mirata a rendere più attrattivo il nostro sistema fiscale che oggi, con i suoi parametri e le sue maxialiquote, tiene lontani diversi potenziali “paperoni”. Un’opportunità fiscale in più in ragione della possibile fuga di capitali da Londra in seguito alla Brexit. Proprio in Inghilterra proprio il regime “resident but not domiciled” (“Remittance basis” in termini tecnici) sarebbe stato tra gli elementi che hanno attratto nomi come Roman Abramovich, il magnate russo patron del Chelsea, e il miliardario Lakshmi Mittal, a capo del colosso siderurgico Arcelor Mittal. Anche Valentino Rossi si fece conquistare da questo regime.
Il piano per il risparmio
Per ridurre la dipendenza delle imprese dal credito bancario sono in arrivo i Pir (piani individuali di risparmio). Si tratta di prodotti di investimento specifici nelle Pmi, che consentirebbero un’esenzione d’imposta fino a 30mila euro l’anno, nei limiti di 150 mila euro cumulati e per investimenti mantenuti per almeno tre anni. Inizialmente si era pensato di limitare lo strumento ad investimenti in imprese sotto i 300 milioni di fatturato, questo tetto invece salterà e ci si limiterà a fissare una riserva a favore delle imprese che non figurano nell’indice di Borsa delle “big”: Ftse Mib 40. Una platea più ampia e una scelta che dovrebbe garantire maggiore equilibrio nelle scelte di investimento. Confermato poi l’arrivo degli sgravi per le “aziende sponsor”, che saranno invogliate a investire nelle startup dalla possibilità di assorbirne le perdite per i primi quattro anni. Infine, aumenterà il beneficio per chi investe nelle startup: la detrazione fiscale per investimenti fino a 500mila euro salirà dall’attuale 19% (per investimenti fino a 500mila euro) al 30% (per investimenti fino a 1 milione).
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