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Unioni civili e convivenze, due istituti in fase di rodaggio ma già…

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Unioni civili e convivenze, due istituti in fase di rodaggio ma già ben avviati

A Milano si è svolto il 17 ottobre un convegno su unione civili e convivenze con il merito di avere tra i relatori tutti i protagonisti della filiera del diritto: un avvocato, Maria di Pino del Foro di Vicenza, che ha spiegato le novità della legge 76/2016 ; il legislatore, la senatrice e avvocato Rosanna Filippin, che ha analizzato i punti critici della normativa e spiegato aneddti e prassi che hanno generato il testo finale; infine l’operativo, il direttore del settore Servizi al cittadino del Comune di Milano, Andrea Zuccotti, che ha spiegato come sta lavorando l’ufficio meneghino che a ieri conta 64 unioni civili costituite più 153 previste da qui a fine anno più 43 prenotate nel 2017, oltre le 31 trascritte dall’estero.

Aneddoti
La senatrice Filippin ha raccontato come nel corso dell’iter di formazione della legge 76/2016 la priorità strategica per ottenere una maggioranza - anche con ricorso al voto di fiducia - fosse quella di fare tutto il più diverso possibile dal matrimonio, come chiesto dal Centrodestra.

Quindi, siccome in alcuni istituti ciò non era così facile, per esempio si è scelto di togliere l’obbligo di fedeltà all’interno della coppia pur di tenere del Titolo VI le altre norme analoghe al matrimonio come l'assistenza morale e materiale, la collaborazione nell'interesse della famiglia e, soprattutto, la coabitazione.

“Un’unione civile o una convivenza sono formate da due persone ”

 

Ma a tutto c’era un limite per cui si è sentita la necessità di precisare che per formare un’unione civile (tra persone dello stesso sesso) o una convivenza occorrono due persone maggiorenni. Altrimenti, per assurdo e a voler fare gli azzeccagarbugli, si poteva finire per legittimare un harem.

Uno dei totem intoccabili per le unioni civili è stato invece quello relativo al capitolo adozioni/affido per cui , spiega Filippin, si è preferito lasciare che fosse la magistratura con sentenze incentrate sul superiore interesse del minore a consentire casi di strepchild adoption, quella cioè del figlio del compagno/a. Filippin ha anche ricordato quanto fatto da Melita Cavallo, ora in pensione dopo essere stata presidente del tribunale dei minorenni a Roma.

Le difficoltà
Il direttore Zuccotti ha ricordato come a Milano non sia riuscito ad accogliere il caso di un cittadino che non aveva il requisito della residenza così come proprio ieri il caso di due italiani iscritto all’anagrafe dei residenti all’estero (Aire). Infatti sia il Dpcm del 22 luglio 2016 contenente le norme provvisorie sia i testi dei tre decreti legislativi approvati nel Consiglio dei ministri del 4 ottobre, seppure quest’ultimi non definitivi, forniscono indicazioni operative molto utili ma non esaustive.

I decreti

Le novità non ancora ufficiali ma pressoché certe contenute nei decreti legislativi sono:

1- la possibilità per il sindaco di delegare il compito della celebrazione - termine in realtà improprio - ai consiglieri comunali;

2 - la riflessione che porta da 15 a entro 180 giorni la funzione della equivalente affissione delle pubblicazioni in modo dando, peraltro, alla coppia di potere scegliere il giorno;

3 - la disciplina degli atti - in particolare della loro modifica - in caso di trasferimento in altro Comune;

mentre il Dpcm 22 luglio 2016 ha:

4 - disciplinato la richiesta di nullaosta in caso di cittadino straniero con la precisazione che in ultima istanza si adotta la normativa italiana. Nel caso cioè nell’altro Paese non siano disciplinate le unione civile o peggio ancora siano discriminate. In alcuni Paesi, peraltro, l’omosessualità è condannata, anche a morte.

5 - l’uso del cognome del compagno/a che si può aggiungere all’altro ma senza rivoluzioni anagrafiche né fiscali, con la permanenza dello stesso codice fiscale.

Le convivenze

Filippin, infine, ha ricordato come nelle convivenze il principio che ha guidato il legislatore è la libertà per cui ogni ulteriore scritto che la coppia volesse è già stato garantito a suon di sentenze per cui si è lasciata la possibilità, in molti casi, solo di ufficializzare diritti e doveri già pacifici.

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