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Sulla legge di bilancio pesa la stretta Ace: imprese scoraggiate a…

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SOCIETÀ E BILANCI

Sulla legge di bilancio pesa la stretta Ace: imprese scoraggiate a ricapitalizzare


Luci ed ombre nella stretta sull'Ace disposta dal disegno di legge di bilancio 2017 . Se le modifiche alla disciplina delle società di persone e quelle in chiave antielusiva vanno nella giusta direzione di agevolare solo gli effettivi incrementi di risorse destinate alle attività produttive, la drastica riduzione del rendimento nozionale, più che dimezzato nel 2017 rispetto al 2016, finirà per rendere assai meno interessante l'incentivo alla capitalizzazione delle imprese. Operando così in controtendenza rispetto a molte altre norme agevolative.
Il disegno di legge di bilancio prevede diverse modifiche alla disciplina dell'Ace, alcune delle quali valide già dall'esercizio 2016, in deroga alle norme dello statuto del contribuente. Un primo generalizzato intervento riguarda la percentuale che va applicata all'incremento netto di patrimonio per determinare la deduzione da operare nella dichiarazione dei redditi. Dal 4,75% previsto per il 2016, il coefficiente scenderà il prossimo anno (Unico 2018, reddito 2017) al 2,3%, per posizionarsi poi, a partire dal 2018, sul 2,7%. Una riduzione così elevata rischia da far perdere all'Ace gran parte del suo appeal, con la conseguenza che gli imprenditori saranno meno incentivati a ricapitalizzare le proprie aziende attraverso gli aumenti di capitale o l'accantonamento degli utili a riserva. La finalità di questo drastico cambio di rotta sull'Ace non si comprende (salve le solite ragioni di cassa), dato che esso si accompagna ad altre disposizioni, come quella sulle maxi deduzioni per chi investe nelle start up innovative, che invece premiano la ricapitalizzazione.
Maggiore coerenza sistematica hanno invece altri interventi sul meccanismo della agevolazione. In primo luogo, già dal periodo di imposta 2016 (Unico 2017) scatterà l'estensione alle società di persone del conteggio su base incrementale della base Ace già previsto per le società di capitali. Fino allo scorso esercizio 2015, le Snc e le Sas calcolavano la deduzione sull'intero patrimonio netto di fine esercizio e dunque anche sulla parte formatasi fino al 2010 nonché su talune riserve, come quelle di rivalutazione, che non derivavano da effettivi apporti di risorse (utili trattenuti o aumenti di capitale). Un metodo che generava in taluni casi deduzioni elevatissime a fronte di scarsa o nulla ricapitalizzazione da parte dell'imprenditore.
Va nella stessa direzione l'introduzione di una disposizione antielusiva (già presente nella vecchia agevolazione «Dit» di cui al Dlgs 466/97) secondo cui la base Ace (anche in questo caso con efficacia già dal 2016) viene sterilizzata dall'incremento di titoli e valori mobiliari diversi dalle partecipazioni rispetto al saldo esistente al 31 dicembre 2010. Si intende dunque evitare, in modo del tutto apprezzabile, che siano agevolate quelle società che utilizzano le somme derivanti dalla ricapitalizzazione per investimenti finanziari in titoli e dunque senza reimpiegare i mezzi propri in effettive attività produttive.

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