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Il bilancio della voluntary va oltre le previsioni iniziali

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rientro dei capitali

Il bilancio della voluntary va oltre le previsioni iniziali

Marka
Marka

L’incasso da voluntary è andato oltre le attese. L’emersione spontanea che, secondo le stime, avrebbe portato nelle casse statali 3,8 miliardi ha invece sfondato il tetto dei quattro miliardi arrivando a 4 miliardi e 300 milioni, di cui 4,1 miliardi nel 2016 e 200 milioni nel 2015.

Un risultato importante e «difficilmente ripetibile» secondo le parole del direttore delle Entrate Rossella Orlandi, ottenuto grazie a diversi fattori. Come sottolineano dalle Entrate, c’è stata la «certosina attività di controllo portata avanti dai funzionari dell’Agenzia sulle oltre 129mila richieste di adesione arrivate, che è scaturita in 344mila atti di accertamento e 124mila atti di irrogazione di sanzioni».

Un ruolo importante è stato giocato anche dalla Svizzera, che ha colto l’occasione della voluntary - evento mai accaduto nelle precedenti emersioni - per fare un restyling della propria clientela e gli “irregolari” presenti nelle banche del territorio elvetico sono emersi, oppure hanno trasferito i loro conti in altri lidi. Le istanze di voluntary internazionale hanno fatto la parte del leone (127.348) e di queste il 70% ha riguardato la Svizzera.

Secondo gli operatori è difficile ora immaginare che altri Paesi fino ad ora poco solerti (come Montecarlo e Austria che hanno partecpato alla prima voluntary ripettivamente per il 7,7% e pe r lo 0,61%), decidano di cambiare atteggiamento. È improbabile anche ipotizzare che chi non ha fatto la prima voluntary, se non si verificano eventi nuovi, opti per la seconda, partita martedì ma in sordina (si veda Il Sole 24 Ore dell’8 febbraio). Ci sono però alcuni elementi che potrebbero far ben sperare. Il grosso delle istanze per la prima emersione è stato fatto dal 1° ottobre al 30 novembre (66.214) in prossimità della scadenza; la voluntary bis va fatta entro il 31 luglio per cui se sarà veramente un flop oggi è presto per dirlo. A questo va aggiunto che dal 1° gennaio 2017 è in vigore il Crs (Common reporting standard), che prevede lo scambio automatico di informazioni bancarie, finanziarie, assicurative e di investimento tra 100 Paesi; sono molti a pensare che se l’Agenzia decidesse di utilizzare queste informazioni per dare una “prova di forza” la voluntary bis avrebbe un’immediata accelerazione.

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