Cala al di sotto del 43% la pressione fiscale in rapporto al Pil. Ad affermarlo è l'Istat nel suo bollettino dedicato al Pil e all'indebitamento delle amministrazioni pubbliche, e a confermarlo, addirittura al ribasso, è il ministro dell'Economia in un tweet e in una nota.
Secondo l'Istat la pressione fiscale è scesa nel 2016 al livello più basso dal 2011, anno in cui non era ancora in vigore l'Imu sulla prima casa. Secondo le serie Istat, sei anni fa il peso del fisco rispetto al Pil era pari al 41,6 per cento. L'anno scorso, quando il governo Renzi ha abolito la Tasi, è scesa al 42,9 per cento. Nel 2012, primo anno di applicazione dell'imposta municipale introdotta dal governo Monti, la pressione fiscale era salita al 43,6%, stesso livello del 2013. Lieve calo invece nel 2014 e 2015, entrambi al 43,3 per cento.
Il ministero dell’Economia ribadisce il concetto espresso dall’Istat nel prospetto 3 del documento affermando che la riduzione della pressione fiscale è anche più consistente di quanto certificato dall'Istat. «Sul fronte della tassazione - sostiene una nota di via XX settembre - si registra la riduzione della pressione fiscale sotto il 43%, che avviene in corrispondenza dell'incremento di gettito prodotto dal contrasto all'evasione. Riclassificando il bonus Irpef come taglio dell'imposta diretta, la pressione fiscale, stimata dall'Istat al 42,9% del Pil nel 2016, scende al 42,3% (dal 42,8% del 2015)». Concetto ribadito dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in un tweet: «In 3 anni la #pressionefiscale scende di 1,3 punti di #PIL 2013: 43,6% 2016: 42,3% (con riclassificazione #80euro)».
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