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Equitalia, rottamazione per 8,3 miliardi

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Equitalia, rottamazione per 8,3 miliardi

Per parlare di tesoretto è ancora presto ma la rottamazione delle cartelle, stando alle stime sulle prime 502mila adesioni, è già a tre quarti dell’obiettivo prefissato. Sui poco più di 7,2 miliardi attesi dal Governo con il decreto fiscale collegato all’ultima manovra, i contribuenti si sono impegnati a pagarne almeno 5,5 miliardi. Una previsione prudenziale ipotizzando che almeno un terzo degli 8,3 miliardi del valore dei ruoli rottamati sarà poi scontato in termini di cancellazione di sanzioni e interessi.

Per intenderci, la cifra degli 8,3 miliardi resa nota ieri dal presidente e ad (e ora anche commissario straordinario) di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, in audizione alla bicamerale di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, è il lordo relativo a 2,5 milioni di cartelle esattoriali (e di queste il 27% aveva un piano di rateizzazione in corso) che i contribuenti hanno deciso di “chiudere” beneficiando dello sconto su sanzioni e interessi. «Siamo confidenti che si raggiungerà almeno l'obiettivo contenuto nella relazione tecnica», ha commentato Ruffini.

E siamo all’inizio. A breve infatti Equitalia ultimerà l’analisi di tutte le 600mila domande di adesione presentate fino al 23 marzo scorso. L’attenzione si è concentrata su 502mila istanze perché 25mila sono state rispedite ai mittenti per meri errori formali (come ad esempio la mancata firma del modulo o l’assenza del documento di identificazione) e altre 73mila sono ancora in corso di lavorazione e saranno elaborate nei prossimi giorni.

A queste vanno aggiunte le circa 100mila domande presentate nell’ultima settimana prima della proroga, che ha spostato il termine ultimo al 21 aprile. Come spiegano dall’agente della riscossione, un dato contabile per quest’arco temporale ancora non è disponibile ma dagli sportelli segnalano che è arrivata una vera e propria “marea” di adesioni. La nuova deadline, poi, potrebbe far lievitare ulteriormente alla sanatoria.

La riforma dell’impianto del sistema fiscale italiano e la strategia messa in campo dal Governo Renzi e proseguita dal Governo Gentiloni sta dando «frutti molto positivi» secondo Ruffini. E «c’è stata - ha aggiunto - una risposta positiva da parte dei cittadini. Più della metà dei debiti contenuti nelle cartelle per la rottamazione arrivate ad Equitalia prima del 23 marzo risalgono a un periodo precedente alla fine del 2013». Più nel dettaglio, i ruoli rottamati relativi al periodo 2000-2014 sono il 53,2% delle domande analizzate, il resto invece riguarda gli ultimi due anni di magazzino.

LA FOTOGRAFIA AGGIORNATA DELLA SANATORI
Dati al 23 marzo 2017. (Fonte: elaborazione su dati Equitalia)

Sempre poi in riferimento alle istanze già analizzate, emerge che «il 70% dei carichi indicati sono relativi all’agenzia delle Entrate - ha evidenziato l’ad - il 20% all’Inps, il 3% a Comuni e aziende di servizi comunali e il restante 7% alle altre Agenzie fiscali (agenzia delle Dogane e dei Monopoli, agenzia del Demanio), Inail, ministeri, prefetture, ordini professionali, casse di previdenza, Camere di commercio, Regioni eccetera».

Naturalmente per ora si parla di importi solo “prenotati” o comunque su cui i contribuenti hanno manifestato l’intenzione di pagare. La prova del nove si avrà a partire dal mese di luglio quando, dopo aver ricevuto il conto di Equitalia (per il quale il termine slitterà al 15 giugno), i soggetti interessati saranno chiamati a pagare la prima o unica rata della definizione agevolata. Ruffini ha anche ricordato che «i contribuenti hanno scelto il pagamento in forma rateale nel 73% delle circa 600 mila istanze presentate a Equitalia, mentre il versamento in un’unica soluzione nel 27 per cento. In particolare, chi ha scelto il pagamento dilazionato, in nove casi su dieci ha optato per il numero massimo di rate, ossia 5 con ultima scadenza a settembre 2018».

Anche dal presidente della commissione di vigilanza dell’Anagrafe tributaria, Giacomo Antonio Portas (Pd),arriva il riconoscimento di come la rottamazione «rappresenti un importante segnale di un’Italia che sta cambiando in quanto il 50% delle pratiche è stato gestito online» (si veda Il Sole 24 Ore di domenica).

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