Più che effetti sulla sicurezza stradale, la legge sull’omicidio stradale nel suo primo anno ha prodotto più lavoro per poliziotti, magistrati, avvocati e periti. D’altra parte, sul fronte della sicurezza non si poteva pretendere granché: la normativa non incide sulle sanzioni che quotidianamente ogni guidatore è conscio di rischiare, ma su quel che potrebbe accadere nella remota ipotesi in cui si causi un incidente mortale. Per i professionisti del diritto è diverso: in un anno si sono già susseguite sentenze, circolari interpretative e dispositive emanate dalle singole Procure, dispute dottrinali e persino una pronuncia del Consiglio di Stato sulla possibilità che il nuovo reato venga contestato anche al gestore della strada.
Per fare il punto della situazione, Il Sole 24 Ore illustra con una serie di articoli i contenuti della legge sull’omicidio stradale, commenti di dottrina e giurisprudenza e interpretazioni sulle circolari. Con uno sguardo alle differenze realmente esistenti rispetto al vecchio regime, quello dell’omicidio colposo con l’aggravante della violazione alle norme stradali.
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