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Dossier Consulenti del lavoro, più fondi alla componente femminile

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    Dossier | N. 10 articoliIl IX Congresso nazionale dei consulenti del lavoro

    Consulenti del lavoro, più fondi alla componente femminile

    Il contributo integrativo a carico dei consulenti del lavoro potrebbe passare dal 4 al 5% per sostenere interventi di welfare a favore della componente femminile degli iscritti all'Ordine. L'idea è stata messa sul tavolo da Alessandro Visparelli, presidente dell'Enpacl, la Cassa privata di previdenza dei consulenti del lavoro, nel corso del 9° Congresso nazionale di categoria in corso di svolgimento al Teatro Augusteo di Napoli.

    «Le consulenti del lavoro – ha spiegato Antonella Ricci, componente del Consiglio nazionale dell'Ordine - fatturano ancora adesso circa il 30-35% meno degli uomini anche se in molte regioni sono la componente più numerose degli iscritti e in altre sono numericamente alla pari con gli uomini».

    Secondo Visparelli «le colleghe fatturano meno perché spesso hanno impegni familiari che gli uomini non hanno: in quest'ottica dovremmo strutturare un intervento nel lungo periodo, magari aumentando il contributo integrativo – che la legge consente - generando una ventina di milioni per politiche a loro sostegno».

    Quello dell'Enpacl non sarà l'unico intervento a favore delle consulenti. Ricci ha ricordato un accordo già avviato con il Dipartimento per le pari opportunità del Consiglio dei ministri, che consente a tutte le colleghe di incrementare la banca dati statale dei professionisti desiderosi di interagire con le pubbliche amministrazioni e annunciato anche un progetto nuovo. «Noi lo abbiamo chiamato welfare salute-lavoro – ha detto Ricci – e dovrebbe essere una sorta di piattaforma a cui potrebbe iscriversi tutti i professionisti disponibili a sostituire colleghi o colleghe che hanno la necessità di lasciare il lavoro per un periodo».

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