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Legittima difesa, saltano le larghe intese

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oggi il voto alla camera

Legittima difesa, saltano le larghe intese

Alla fine saltano le larghe intese sulla riforma della legittima difesa. Anche l'ultima versione del testo messa a punto dalla commissione Giustizia della Camera è indigeribile per Forza Italia e Lega. A questo punto sarà l'Aula questa mattina a votare il provvedimento. A mettere una pietra sopra l'intesa che era sembrata possibile è stato lo stesso Silvio Berlusconi, netto nel sostenere che «il testo finale non è certo adeguato al bisogno di sicurezza degli italiani e a ciò che tutti gli italiani si attendono». A replicargli il relatore al provvedimento e responsabile Giustiziai del Pd David Ermini per il quale «Berlusconi parla in modo molto generico. Non credo conosca il testo che stiamo discutendo, e forse neanche quello approvato nel 2006 dal suo governo! Io penso che vogliano sottrarsi a qualsiasi responsabilità politica. Solo per questo dicono no ad una buona riforma».

E il leader di Lega Nord, Matteo Salvini attacca: «Per noi è necessario che si cancelli l'articolo 52, quello dell'eccesso della legittima difesa. Io punto al modello alla tedesca: se entri a casa mia, io posso reagire, senza lasciare tanti spazi di interpretazione al giudice».

Nel dettaglio, per effetto degli emendamenti approvati (il voto di oggi sarà sugli ordini del giorno e sul complesso del disegno di legge), viene specificato che si considera legittima difesa la reazione a un'aggressione in casa, in negozio o in ufficio commessa di notte o all'introduzione con violenza, minaccia o inganno. E, su questo punto va registrato come il voto favorevole comprenda anche Forza Italia.

Resta comunque ferma la necessità che ci sia proporzione tra difesa e offesa e l'attualità del pericolo. Già oggi peraltro si presume che ci sia proporzione se la difesa anche con le armi riguarda un'aggressione domiciliare che mette in pericolo la propria o l'altrui incolumità oppure, ma in questo caso solo quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione, se si difende il proprio patrimonio.

Nella legittima difesa domiciliare è sempre esclusa la colpa di chi spara se l'errore, in situazioni di pericolo per la vita e la libertà personale o sessuale, è conseguenza di un grave turbamento psichico causato dall'aggressore. Grave turbamento che comunque dovrà sempre essere valutato dall'autorità giudiziaria.

Nel caso in cui sia dichiarata la non punibilità per legittima difesa, tutte le spese processuali e i compensi degli avvocati saranno a carico dello Stato. Un onere per l'erario stimato in 295.200 euro a decorrere dal 2017.

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