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Separazione carriere, botta e risposta magistrati-avvocati

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Giustizia

Separazione carriere, botta e risposta magistrati-avvocati

Si alza la tensione tra giudici e avvocati penalisti sul tema della separazione delle carriere in magistratura. A prendere la parola è stata oggi Magistratura Indipendente, il raggruppamento di giudici guidato da Antonello Racanelli e Giovanna Napoletano, che in una nota invita «i propri rappresentanti al Comitato Direttivo Centrale a sollecitare una immediata presa di posizione dell'Anm in relazione all'iniziativa patrocinata dalle Camere Penali di una

proposta di legge d'iniziativa popolare in materia di separazione delle carriere, ribadendo che qualsiasi intervento sul punto e in materia di obbligatorietà dell'azione penale rappresenta un grave vulnus all'indipendenza della magistratura come disegnata dalla nostra Costituzione». L’associazione «invita i propri rappresentanti a sollecitare un ulteriore momento di riflessione sulla questione della magistratura onoraria, anche alla luce delle condivisibili considerazioni espresse dai capi di alcuni uffici giudiziari», evidenziando «la necessità di tutelare alcune legittime aspirazioni dei magistrati onorari pregiudicati dall'incapacità e dall'inerzia della politica in materia».

Non ha tardato ad arrivare la risposta dei penalisti. «Non siamo preoccupati per nulla dalle parole di Magistratura Indipendente. Ogni volta che qualcuno avanza proposte di politica giudiziaria non gradite a una parte della magistratura, si evoca un inesistente vulnus alla sua indipendenza» ha sottolineato il presidente dell'Unione camere penali Beniamino Migliucci. Il quale, rilanciando sulla separazione delle carriere su cui l'Ucpi dal 4 maggio ha avviato la raccolta firme per l'introduzione in Costituzione della separazione

delle carriere tra magistratura inquirente e requirente (in due giorni sono già state raccolte oltre 6mila firme), ha aggiunto: «L'unico vero vulnus è rappresentato dall'unicità delle carriere che si pone in contrasto con i principi del giusto processo che prevede un giudice terzo per garantire l'imparzialità della decisione. Sono convinto che riusciremo nel nostro intento ma in ogni caso le uniche battaglie perse sono quelle che non si fanno. Insieme alla separazione delle carriere dobbiamo rilanciare i principi costituzionali come la presunzione di innocenza e il principio di legalità».

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