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Libretti al portatore, è l’ora dell’addio. Stop dal…

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risparmio

Libretti al portatore, è l’ora dell’addio. Stop dal 4 luglio

(Fotogramma)
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Il 4 luglio prossimo, 241°anniversario della rivoluzione americana - che notoriamente segnò l’inizio della storia moderna - segnerà la fine dei libretti “al portatore” bancari e postali, simbolo a loro modo di un secolo intero, quello passato.

A decidere la misura draconicana più volte rimandata - il titolo al portatore è nemico giurato della tracciabilità del denaro - è, non a caso, il decreto legislativo 90/2017 di recepimento della IV direttiva europea sul risparmio, in sostanza le nuove e più restrittive norme di prevenzione del riciclaggio internazionale e del finanziamento al terrorismo. Dal primo martedì di luglio, dice il novellato articolo 49 del dlgs 231/2007 («Limitazioni all’uso del contante e dei titoli al portatore») sarà «ammessa esclusivamente l’emissione di libretti di deposito, bancari o postali, nominativi ed è vietato il trasferimento di libretti di deposito bancari o postali al portatore che, ove esistenti, sono estinti dal portatore entro il 31 dicembre 2018». Decodificato, significa che banche e uffici postali potranno proporre ai risparmiatori solo libretti nominativi, sui quali sarà ovviamente d’obbligo la «adeguata verifica della clientela», cioè tutta la procedura di identificazione di chi agisce e di chi, eventualmente, è il titolare effettivo. Tutte operazioni, come si vede, facilmente oscurabili ed effettivamente oscurate per decenni utilizzando titoli di credito “al portatore” che vengono pagati semplicemente a chi li tiene in tasca. E quanto ai libretti ancora esistenti alla data di martedì 4 luglio, potranno sopravvivere ma solo fino al 31 dicembre 2018, consentendo ai legittimi possessori di far “emergere” in trasparenza il loro contenuto.

Contenuto che negli ultimi dieci anni ha peraltro subìto vari giri di vite - e sempre su input internazionale e per finalità di antiriciclaggio - l’ultima volta con il decreto salva-Italia 201/2011 (articolo 12) che aveva ridotto da 2.500 a 1.000 euro il limite per l’apertura e il trasferimento dei libretti (bancari e postali) e dei titoli al portatore. I libretti con saldo superiore a 999,99 euro avrebbero essere regolarizzati entro il 31 marzo 2012, pena - come successo in migliaia di casi - una multa di minimo 3 mila euro, scoperta quasi sempre solo al momento della liquidazione del libretto.

Nonostante siano in zona grigia da almeno 10 anni, i libretti al portatore continuano ad avere uno storico appeal in certe fasce di risparmio: nel bilancio al 31 dicembre scorso di Poste italiane, per esempio, i libretti valgono ancora 119 miliardi di euro - anche se per la verità la grande maggioranza ormai è del tipo “nominativo”.

Quanto ai numeri, a fine del decennio scorso i libretti in circolazione sfioravano le 26 milioni di unità. Come dire, sarà un addio lungo e difficile, ma questa volta inevitabile e definitivo.

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