La legislatura volge al termine e ha poco senso immaginare riforme fiscali di prospettiva. Bisogna invece puntare a interventi mirati, di “dettaglio tecnico”, non volti a ridurre le imposte, ma a far risparmiare il tempo per calcolarle e per risolvere problemi applicativi.
Un primo tema su cui è necessario intervenire è quello delle perdite fiscali. L'attuale quadro normativo è troppo complesso e inutilmente articolato. Abbiamo ben cinque differenti regole: una per i soggetti Ires, una per i soggetti Irpef in ordinaria, una per i soggetti Irpef in semplificata, una per i soggetti Iri e una per i minimi. Insomma, un groviglio normativo troppo difficile da districare. Sarebbe possibile creare un regime unitario e omogeneo, magari estendendo le regole Ires indistintamente a tutti i soggetti, per garantire semplicità applicativa ed evitare arbitraggi di difficile giustificazione sul piano sistematico.
Un ulteriore intervento potrebbe consistere in un chiarimento normativo riguardante i professionisti, individuando con precisione e semplicità quali siano le condizioni da rispettare perché possa essere applicata l'Irap. La giurisprudenza ha avuto modo di fornire alcune indicazioni che però non eliminano alla radice tutti i dubbi che ancora possono presentarsi ai contribuenti. Si tratterebbe di introdurre una normativa che, partendo dai principi espressi dalla Cassazione, spieghi una volta per tutte a chi si applica l'Irap.
Altro tema interessante è quello della fiscalità dei veicoli aziendali. Anche in questo caso le regole, molto datate, sono enormemente e inutilmente complesse. Si distingue tra autocarri e autoveicoli, tra gli autoveicoli strumentali nell'attività propria dell'impresa e gli altri strumentali e, nell'ambito di questi ultimi, tra quelli assegnati in uso promiscuo ai dipendenti e gli altri. Insomma, una complessità operativa che merita di essere superata. Occorrono regole di deduzione più semplici (ad esempio un tetto di deducibilità generalmente applicabile) e certo più orientate a stimolare l'acquisto di veicoli a basso o nullo impatto ambientale.
Da ultimo, non si può che essere a favore della possibile proroga della rottamazione dei ruoli, da estendere anche alle liti. E ciò non per dare più tempo ai contribuenti per decidere il da farsi, ma per correggere, con riferimento alle liti, le palesi inefficienze della attuale versione della norma. In effetti, sarebbe il caso di individuare un abbattimento delle imposte per tenere conto, quantomeno, di una eventuale sentenza favorevole al contribuente del giudice dell'appello. Si accrescerebbe l'appeal di un istituto che, diversamente, è destinato ad avere un successo limitato.
Certo si tratta di provvedimenti “di dettaglio” che non hanno alcuna ambizione sistematica. Non sfugge però a nessuno che la prossima sarà una legislatura decisiva sul piano delle scelte di politica fiscale. Gli obiettivi dovranno essere ambiziosi, andando dalla ridefinizione della curva di prelievo delle persone fisiche, con la possibile introduzione di un regime intelligente di flat tax (magari a partire dai redditi incrementali), alla riscrittura, in coordinamento con gli altri Stati europei, delle regole di tassazione delle stabili organizzazioni, con un adattamento alle nuove esigenze poste dall'economia digitale, fino alla ormai improcrastinabile riforma del contenzioso tributario, con una valorizzazione dei giudici tributari e un conseguente incremento della tutela delle parti processuali. Ci troviamo, infatti, a uno snodo decisivo della legislazione tributaria nazionale, anche sul piano della competitività internazionale. Il legislatore deve prepararsi ad affrontare il prossimo anno come il pilota affronta la curva decisiva, cercando di non uscire fuori pista ma di guadagnare terreno su chi guida la corsa. Ma questa è un'altra storia. Intanto ci accontenteremmo di un fisco un po' più semplice.
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