Portare a termine la riforma del Codice Antimafia. È quanto chiede il plenum del Csm che ha approvato all'unanimità una risoluzione proposta dalla sesta commissione, competente in materia di criminalità organizzata, che si rivolge in particolare al legislatore, perché prosegua nella riforma della normativa in materia; al ministro della Giustizia, affinché siano messe a disposizione degli uffici giudiziari le necessarie dotazioni tecnologiche e informatiche; al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, al Procuratore nazionale antimafia e ai dirigenti degli uffici, per i profili organizzativi; e alla Scuola superiore della Magistratura, per l'implementazione della formazione specifica in materia. La riforma del Codice Antimafia è stata approvata a luglio dal Senato e ora deve tornare alla Camera. «Questo settore necessita di specializzazione e di regole organizzative» ha specificato nel suo intervento al plenum il presidente della sesta commissione Ercole Aprile.
La sesta Commissione ha svolto un'istruttoria presso gli uffici giudiziari coinvolti nelle misure di prevenzione patrimoniale. L'esame ha messo in luce alcune problematiche soprattutto di coordinamento dei vari soggetti coinvolti, fra autorità giudiziaria e organi di polizia, ai fini dello scambio di informazioni e dell'adozione di una strategia comune sui patrimoni illeciti. Specializzazione dei magistrati, coordinamento fra uffici giudicanti e requirenti e fra le sezioni che si occupano di misure di prevenzione e quelle competenti sui fallimenti rappresentano ulteriori esigenze messe in evidenza. Il monitoraggio ha fatto emergere anche problematiche inerenti la nomina degli amministratori e la materiale gestione dei beni. Su questo fronte il Csm potrà farsi promotore - assieme all'Agenzia nazionale per i beni - di linee guida inerenti proprio la gestione dei beni. Un nodo critico è infine, la carenza qualitativa dei sistemi informatici nel settore, su cui il Csm chiede al Ministro della Giustizia di adottare tutte le misure necessarie ad implementare le risorse tecnologiche e gli applicativi a disposizione degli uffici giudiziari.
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