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Spesometro, errori rimediabili

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Adempimenti

Spesometro, errori rimediabili

Conto alla rovescia per l’invio dello spesometro che andrà spedito entro il 28 settembre. Mancano ormai dieci giorni ed entro ieri avrebbe dovuto essere pubblicato il provvedimento di proroga del termine dell’invio dei dati delle fatture emesse e di acquisto registrate; così non è stato e quindi i contribuenti devono avere fiducia nel comunicato del Mef (il 147 del 1° settembre) che ha annunciato la proroga dello spesometro 2.0 dal 18 al 28 settembre.

Imprese e professionisti sono alle prese con i problemi della trasmissione dei dati e dei numerosi scarti dell’Agenzia a volte immotivati. Anche il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro segnala le difficoltà di inviare i dati quando, ad esempio, un cliente o un fornitore è cessato nei primi mesi dell’anno oppure quando uno stesso fornitore ha emesso più fatture .

Per cercare di chiarire i dubbi nel sito dell’Agenzia si trovano numerose Faq e relative risposte che riguardano le regole di compilazione e di trasmissione del file. Vale la pena, dunque, di fare un ulteriore ripasso.

Per fatture intestate a clienti privati esteri in cui non sono indicati né partita Iva né codice fiscale, il file va compilato valorizzando l’elemento «IDPaese» con il codice relativo al paese dell’acquirente mentre il campo «IDCodice» si può valorizzato con qualsiasi elemento.

Possibile poi valorizzare con i dati proposti dal sistema il campo «AltriDatiIdentificati» se non sono noti quelli che dovrebbero essere indicati in questo campo (denominazione, sede sociale). Il chiarimento era già stato fornito con la risoluzione 87/E/2017 che aveva consentito la valorizzazione con l’indicazione «dato assente».

In caso di rettifica del file, vanno sempre indicati i dati del file originario, ovvero di quello con cui sono stati trasmessi i dati la prima volta; se è necessario procedere all’annullamento a seguito della rettifica, si deve ancora una volta far riferimento al file originario.

Con riferimento alla trasmissione dei dati, qualora sia presente un errore anche in una sola delle fatture inviate, l’intero file viene scartato; l’Agenzia perciò suggerisce di costruire file di dimensioni ridotte .

Si può inviare un unico file zip contenente più file «Dati Fatture» o più comunicazioni Iva o più file di entrambe le tipologie; in questo caso, l’accettazione del file zip non comporta l’acquisizione di tutti i file contenuti in quanto ciascun file è oggetto di una specifica notifica che può essere consultata nell’interfaccia «Fatture e Corrispettivi» richiamando l’Idfile assegnato al file zip.

L’invio segue le regole della competenza (risoluzione 87/E) , ovvero si deve far riferimento alla data di emissione per le fatture emesse e a quella di registrazione per quelle di acquisto e le bollette doganali. Nelle Faq viene ora precisato che è comunque possibile inviare in uno stesso file i dati di fatture di un periodo con i dati fatture di un periodo diverso (esempio le fatture dei trasportatori che riguardano il trimestre precedente); in questo caso, per le fatture non di competenza, il sistema produce un avviso nella notifica che però non comporta lo scarto del file. Forse la fattispecie potrebbe riguardare anche la fattura differita di giugno datata 15 luglio e considerata nella liquidazione di giugno.

Se viene inviato in file in cui non sono presenti tutte le fatture del periodo, è possibile inviare un nuovo file contenente solo le fatture mancanti e non, invece, un file completo di tutto; l’Agenzia chiarisce infatti che se i dati sono trasmessi più volte con file XML differenti, vengono accettati e memorizzati come fossero dati di fatture differenti.

Infine, coloro che hanno esercitato l’opzione per la trasmissione delle fatture ai sensi del Dlgs 127/2015; l’invio è obbligatorio e la validità dell’opzione è di 5 anni.

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