Norme & Tributi

Bonus nascita a quota 300mila, a rilento quelli per gli asili nido

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Bonus nascita a quota 300mila, a rilento quelli per gli asili nido

Sono circa 300mila le domande inviate all’Inps per ottenere il bonus mamma o premio alla nascita, il contributo una tantum da 800 euro disponibile da quest’anno. Meno interesse, invece, sembrano riscuotere i contributi disponibili per far fronte alle spese derivanti dalla frequenza di un asilo nido, tant’è che i relativi budget previsti a copertura per il 2017 probabilmente non verranno esauriti.

Bonus da 800 euro

Il premio alla nascita ha fatto il suo debutto quest’anno e riguarda tutte le nascite (o gravidanze giunte al settimo mese), adozioni o affidi preadottivi che si sono verificati da gennaio in poi. L’importo di 800 euro viene riconosciuto per ogni bambino, indipendentemente dal reddito della famiglia, a fronte della richiesta fatta dalla madre entro un anno dall’evento che ne dà diritto. Introdotto lo scorso mese di dicembre (legge 232/2016), a causa dei tempi di implementazione della relativa procedura informatica di gestione delle richieste è diventato operativo solo il 4 maggio, ovviamente però con la possibilità di ottenere il bonus anche per le nascite dei mesi precedenti. Secondo quanto affermato da Maria Grazia Sampietro, direttore centrale ammortizzatori sociali dell’Inps, intervenuta questa mattina alla trasmissione “Due di denari” di Radio24, finora sono state presentate circa 300mila domande, pari in pratica ai bambini nati finora in Italia. Di queste richieste oltre il 62% sono già state liquidate. Non c’è comunque pericolo di rimanere esclusi per mancanza di fondi perché per il bonus non è stato previsto un limite di spesa e lo stesso non ha nemmeno una scadenza, quindi salvo decisioni contrarie, sarà disponibile anche nei prossimi anni.

I contributi per l’asilo nido

Più complicata è la procedura per ottenere i contributi riconosciuti a fronte dei soldi spesi per pagare le rette degli asili nido. A disposizione ci sono due bonus. Il primo è il voucher baby sitting o contributo asili nido, alternativo al congedo parentale, che prevede l’erogazione fino a 600 euro al mese per un massimo di sei mesi a fronte della rinuncia da parte della madre a un equivalente periodo di astensione facoltativa dal lavoro. I soldi possono essere utilizzati per pagare la baby sitter tramite voucher (almeno per tutto il 2017, poi si dovrà utilizzare il libretto famiglia) o vengono erogati direttamente dall’Inps all’asilo frequentato. Quest’ultimo però deve essere uno di quelli “accreditati” presso l’istituto di previdenza, e non sono molti, nonostante l’incentivo sia in vigore dal 2013. I fondi disponibili a copertura di questo aiuto per quest’anno ammontano a 40milioni di euro per le lavoratrici dipendenti e le iscritte alla gestione separata Inps e di 10 milioni per le autonome e le imprenditrici.

Il secondo è una novità di quest’anno e vale 1.000 euro all’anno erogati in undici mensilità da 90,91 euro (oppure in unica soluzione se il bambino non può frequentare strutture esterne all’abitazione se affetto da malattie croniche gravi). In questo caso si può scegliere tra tutti gli asili nido pubblici o privati autorizzati, ma i genitori prima devono pagare la retta e poi chiedere il contributo all’Inps. Anche questo bonus è partito in ritardo, dato che il via libera alla presentazione delle domande è arrivato il 17 luglio e le stesse saranno accolte fino a esaurimento del budget previsto per quest’anno, pari a 144 milioni di euro.

Fondi ancora disponibili

Entrambe le prestazioni, però, non dovrebbero correre il pericolo di lasciare richieste insoddisfatte. Come affermato da Maria Grazia Sampietro, per il voucher alternativo al congedo parentale la stima attuale dell’importo che sarà utilizzato sulla base delle domande arrivate è molto bassa, così come per il bonus da 1.000 euro finora sono state presentate 83mila richieste per un controvalore inferiore a 40 milioni di euro.

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