Il ministero del Lavoro ha chiesto all’Inps di applicare in maniera più estensiva le norme per la riduzione del requisito contributivo per il ritiro anticipato dei lavoratori precoci e per l’accesso all’Ape sociale, ovvero l’indennità di ultima istanza riconosciuta ai lavoratori 63enni senza più ammortizzatori sociali o in condizioni di difficoltà e che consente di arrivare alla pensione. Rispondendo a una nota dell’Istituto del 9 ottobre, il dicastero guidato da Giuliano Poletti ha dato una serie di linee interpretative che dovrebbero ampliare il numero dei beneficiari recuperando molte delle richieste che, in fase di istruttoria Inps, erano state respinte.
Potranno essere recuperati, per esempio, i casi di lavoratori disoccupati e senza sussidi da almeno tre mesi che hanno avuto periodi di rioccupazione temporanei (per esempio con voucher) comunque inferiori ai 6 mesi. Oppure, potranno essere recuperati casi di lavoratori impegnati in attività “gravose” ancora in fase di accertamento Inail. O, ancora, per lavoratori che avessero fatto domanda per una salvaguardia-esodati, si invita Inps a chiedere all’interessato di optare tra i due strumenti prima di procedere in automatico al rigetto della domanda di Ape sociale. Il ministero del Lavoro ha ricordato che Inps potrà applicare l’interpretazione suggerita anche al fine di rivedere in autotutela le decisioni eventualmente già assunte.
La nota del ministero arriva alla vigilia della prima scadenza prevista sulla gestione di questo ammortizzatore di ultima istanza in corso di sperimentazione. Il 15 ottobre infatti Inps dovrebbe consegnare alla Conferenza dei servizi la prima graduatoria dei beneficiari (sono arrivate circa 67mila domande). E ieri il presidente, Tito Boeri, ha confermato l’impegno: «Noi manderemo le certificazioni a tutti coloro che hanno diritto all’Ape» ha detto, aggiungendo poi, in riferimento ai chiarimenti interpretativi ministeriali, che «saremo i primi, pronti e felici di riesaminare le domande e mandare a coloro a cui la domanda era stata inizialmente respinta la comunicazione che potranno
accedere alle prestazioni». Il presidente dell’Inps ha tuttavia anche invitato il legislatore «a pensare un po' di più quando fa le leggi, soprattutto quelle così complesse come quella sull’Ape sociale, con così tante posizioni da curare». Un decreto che ha richiesto all’Inps «uno sforzo immane, con l'equivalente di 900 funzionari C1, laureati, per 3 mesi senza oneri aggiuntivi». A denunciare le tante domande Ape sociale respinte era intervenuto, due giorni fa, il patronato Inca Cgil. Boeri ha detto di «non voler polemizzare» ma ha sottolineato come «circa il 90% di Ape sociale che abbiamo ricevuto è stato intermediato dai patronati tra cui la Inca Cgil che nel suo rendiconto ha indicato tutte le casistiche che noi avevamo segnalato al ministero del Lavoro».
Chiusa la prima fase e compilata la prima graduatoria di beneficiari, si apriranno i nuovi termini per la seconda fase di valutazione delle nuove domande, che dovranno essere presentate entro il 30 novembre. Secondo quanto indicato dal ministero del Lavoro si potranno considerare anche le contribuzioni previdenziali accumulate all’estero, totalizzandole con quelle italiane, per raggiungere i minimi contributivi necessari. Saranno validi i versamenti effettuati in paesi Ue, Svizzera, See o extracomunitari convenzionati con l’Italia.
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