Norme & Tributi

1/6 Senza bussola tutte le categorie senza Albo

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    LIBERI PROFESSIONISTI

    Oltre il principio dell'equo compenso per tutti, ecco le categorie (e le attività) escluse

    Arriva l'equo compenso per i professionisti, ma l'applicazione concreta non si preannuncia facile ed immediata. Va verso l'approvazione definitiva alla Camera il decreto legge fiscale; dentro al provvedimento ha trovato posto la norma sull'equo compenso per gli avvocati, che punta a far ottenere parcelle più equilibrate ai legali nei rapporti con banche, assicurazioni e grandi imprese. Lo stesso principio si applicherà “in quanto compatibile” a tutti gli altri professionisti, sia quelli iscritti ad un Albo sia a quelli appartenenti a professioni non ordinistiche. A cinque anni di distanza dall'abolizione delle tariffe inderogabili, gli Ordini hanno espresso grande soddisfazione per la conquista dell'equo compenso. Ma una volta ottenuto il riconoscimento del principio resta ancora molta strada da fare per tradurlo nella prassi quotidiana per diverse categorie di lavoratori autonomi.

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    Resta di fatto impossibile per ora applicare il principio dell'equo compenso ai professionisti non organizzati in Albi o collegi. La norma del Dl fiscale, infatti, fissa come elemento di valutazione dell'equità i parametri previsti dai decreti ministeriali emanati per le controversie giudiziarie. Si tratta di decreti varati dal ministero della Giustizia solo per le professioni ordinistiche. Fuori da questo perimetro non esistono ancora parametri di riferimento. Nell'attesa, rimangono dunque escluse diverse professioni: dal revisore legale al tributarista fino all'amministratore di condominio. Alcune associazioni di settore hanno già chiesto un tavolo tecnico con Mise e Giustizia per cominciare a delineare nuovi decreti. L'istituto nazionale revisori legali, che li rappresenta dal 1956, ad esempio, ha già posto la questione al Governo, rivendicando l'equo compenso “alla luce delle accresciute responsabilità civili e penali, che contemplano pesanti sanzioni tra cui la reclusione”.

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