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La Gdf studierà l’arabo e il cinese

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La Gdf studierà l’arabo e il cinese

Corsi armonizzati con le disposizioni della Cepol, l’agenzia dell’Unione europea per la formazione delle forze dell’ordine. La Guardia di finanza alza così il livello di preparazione investigativa elevandola agli standard internazionali.

Nuovi contenuti e modalità sul piano della preparazione professionale: competenze linguistiche elevate, con corsi di lingua araba e cinese, forme di collaborazione con altre polizie e, in particolare, anche con gli ordini professionali. Ma non solo, perché risultano competenze implementate in materia di polizia del mare e sicurezza delle frontiere esterne dell’Ue.

Il nuovo piano di formazione è illustrato in una circolare della Guardia di finanza del 13 marzo e diramata a tutti i comandi e scuole delle Fiamme gialle. La premessa è di «implementare - si legge nel documento - sia a livello centralizzato che periferico, un modello di preparazione professionale che sia adeguato all’ampiezza e alla complessità delle missioni istituzionali della Guardia di finanza».

La crescita esponenziale degli illeciti di matrice transnazionale e dei crimini transfrontalieri ha indotto la comunità internazionale e quella europea a stringere forme di collaborazione e assistenza nella lotta ai principali fenomeni criminali.

Sicurezza in materia di circolazione dell’euro e degli altri mezzi di pagamento, controllo doganale su ampia scala, sicurezza delle frontiere e controlli su money transfer hanno indotto la Guardia di finanza ha rivedere il piano di formazione 2018, con regole che si armonizzano con quelle stabilite a livello europeo all’Agenzia Cepol. Si tratta del piano European Training Scheme, che detta regole uniformi per tutte le forze dell’ordine degli Stati membri. Un glossario generale che alla Fiamme gialle - sempre più impiegate in operazioni di rilievo anche all’estero - è tornato utile per definire il nuovo piano formativo.

Come detto, un forte impulso sarà dato «alla cooperazione internazionale» attraverso «forme di collaborazione con paesi stranieri». Previste anche iniziative per valorizzare il «comparto tecnico-logistico-amministrativo, attraverso interventi volti a elevare le capacità professionali di militari impiegati nelle cosiddette “azioni di supporto”». Di rilievo anche le collaborazioni formative da avviare nel territorio italiano. Di particolare interesse quelle che potranno essere sviluppate attraverso accordi da stringere direttamente con ordini professionali. Un modo per entrare in possesso di competenze specialistiche di alto profilo.

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