Nel magico mondo delle semplificazione, ecco un adempimento in più per decine e (probabilmente) centinaia di migliaia di contribuenti: la «comunicazione all’Enea» sui lavori di recupero edilizio, sisma bonus, acquisto di arredi. Dal 1° gennaio, infatti, tutti sono coinvolti in una pratica dai contorni ancora indefiniti ma che non mancherà di dare un discreto disturbo.
La complessa vicenda, che avrà una ricaduta molto concreta, prende le mosse dalla legge di Bilancio 2018 (205/2017, articolo 1, comma 3), che allarga l’ambito delle detrazioni Irpef dal 50 all’85% a varie tipologie di lavori. Ma a questa buona volontà del governo, nel gioco delle revisioni di norme già esistenti, si accompagna l’estensionae generalizzata dell’obbligo di comunicazione all’Enea, per via telematica, delle «informazioni sugli interventi effettuati», analogamente «a quanto già previsto in materia di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici», allo scopo di consentire il monitoraggio, da parte delle Entrate.
Questa nuova scartoffia virtuale è stata però presa un po’ sottogamba. Tanto che sinora non si era mossa foglia. Ma a sollevare la questione ci ha pensato Francesco Giuseppe Carucci, presidente del consiglio comunale di Palagiano, località in provincia di Taranto che, preoccupato per un possibile calo delle entrate legate alla concessione di titoli abilitativi edilizi a causa dell’incertezza su questo adempimento, ha preso carta e e penna e il 13 marzo ha scritto all’Enea, al dipartimento delle Finanze e alle Entrate per chiedere lumi.
La prima risposta non si è fatta attendere: lo stesso giorno (la burocrazia non dorme, soprattutto quando si tratta di generare nuova carta) il dipartimento ha risposto chiarendo che l’adempimento servirà alle Entrate (ma in realtà al Mise, al Mef stesso e ad altre istituzioni) per il monitoraggio degli effetti sul risparmio energetico delle opere realizzate. E ha aggiunto che, dato che non si tratta di adempimenti fiscali, la faccenda non lo riguarda. Un’impostazione replicata quasi esattamente anche in una successiva nota della direzione regionale Puglia dell’agenzia delle Entrate.
Il cuore del problema, però, è stato sviscerato dopo una settimana esatta dalla lettera del Mef (alle 10 e 17 del 20 marzo) in una terza risposta dell’Enea. La task force «detrazioni fiscali e normativa per l’efficienza energetica» dell’Enea ha recapitato al Comune poche righe dal grande impatto per tutti i contribuenti italiani: «Le schede da inviare all’Enea per le detrazioni fiscali del 50% relative alla semplice ristrutturazione, previste dalla legge Finanziaria del 2018, - si legge nel documento - sono in fase di realizzazione e saranno pronte a breve».
Smontata definitivamente l’ipotesi di un possibile errore nella legge di Bilancio, insomma, l’Enea conferma che l’adempimento è pienamente attivo e che ci sono dei moduli in preparazione. Oltre alla modulistica, poi, saranno anche definite le tipologie degli interventi per i quali deve essere inviata la scheda e le modalità di invio. Solo le operazioni collegate in qualche modo al risparmio energetico rientreranno, secondo l’Enea, nel perimetro degli obblighi. «Naturalmente – conclude l’Agenzia - sarà comunque salvaguardato l’utente se ci fossero dei limiti di tempo». Il nuovo adempimento, però, a questo punto è diventato realtà.
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