Niente condanna per il proprietario di tre cani che abbaiano tutta la notte perché lasciato soli nel terrazzo, se a lamentarsi sono solo i vicini e non più abitanti della zona o del palazzo. La Corte di cassazione, con la sentenza 16677, annulla la condanna inflitta da Tribunale per il reato di disturbo del riposo delle persone. Un verdetto, frettoloso ad avviso della Suprema corte, fatto senza le dovute verifiche. I giudici della terza sezione penale, ammettono che la condanna poteva scattare anche se l’episodio contestato era avvenuto una sola notte, mancavano però una serie di elementi che il giudici di prima istanza avevano trascurato.
La decisione avrebbe dovuto tenere conto, dei rumori di fondo che possono fare la differenza nell’avvertire la fonte di disturbo, dei luoghi a maggiore o minore densità abitativa, della potenzialità delle immissioni sonore a recare disturbo a più persone, anche se poi a costituirsi parte civile era stata solo la coppia che aveva l’appartamento confinante con il proprietario degli animali. Infine, un peso l’aveva anche la stazza dei cani: l’intensità del “rumore” cambia se ad abbaiare è un chihuahua o è un alano. Tutte indagini che il Tribunale aveva omesso di fare, valorizzando solo il lungo arco di tempo, quasi tutta la notte, durante il quale i tre cani avevano latrato. In ogni caso il proprietario se la sarebbe cavata comunque, perché la notte “brava” dei cani risaliva al 2011 e il reato era in ogni caso prescritto. Quindi la condanna è annullata senza rinvio.
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