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Il Daspo non arriva fino al balcone

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Ordine pubblico

Il Daspo non arriva fino al balcone

(Agf)
(Agf)

Giusto rendere la vita dura agli ultras colpiti dal Daspo, ma ci sono delle zone franche dalle quali i “diffidati” possono assistere alla partita. Il divieto di frequentare i luoghi in cui si svolgono gli incontri non si può estendere, infatti, fino a precludere la possibilità di guardare la partita dal balcone di un amico con vista sullo stadio. La Corte di cassazione (sentenza 43575) accoglie così il ricorso di due tifosi contro la decisione di aggravare il Daspo, con l’obbligo di presentarsi al comando di polizia al ventesimo minuto di ogni tempo degli incontri disputati dal club del cuore. Giro di vite giustificato, secondo il giudice, per non aver mantenuto le distanze dal campo di calcio. Un provvedimento che la Cassazione annulla, facendo vincere la causa a due ultrà siciliani del Gela. I due, che non riuscivano proprio a tenersi alla larga dallo stadio, si erano arrangiati con una visione “casalinga” , grazie alla fortuna di avere un amico con abitazione strategica. Colti in flagrante per due domeniche di fila, erano stati puniti dal Gip. Per la Suprema corte però la legge, che ha lo scopo di tutelare l’ordine pubblico, non consente di limitare la libertà personale fino al punto da inibire la frequentazione di una casa privata. I luoghi off limit, precisano i giudici, oltre a quelli in cui si svolgono la manifestazioni sportive, sono quelli interessati alla sosta, al transito o al trasporti di coloro che partecipano o assistono alla partita. Perché si possa aggravare il Daspo è necessario che ci sia un concreto pericolo di un contatto personale con chi entra ed esce dallo stadio. Cosa che dal terrazzo non può avvenire.

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