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Case occupate, il Viminale se non sgombera deve risarcire i proprietari

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Case occupate, il Viminale se non sgombera deve risarcire i proprietari

Il Viminale risarcisce i proprietari se non libera gli immobili occupati appena la Procura ordina lo sgombero. Né può fare scelte attendiste e “sopportare” gli abusi per evitare più gravi proteste. Perché questo comporterebbe la contraddizione di tollerare la violazione dell’ordine pubblico a tutela di quest’ultimo.

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La Cassazione , non usa mezzi termini, nel ricordare allo Stato che le politiche di welfare relative al diritto alla casa non si possono fare a spese dei privati, la cui proprietà è garantita dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo. La Suprema corte ricorda inoltre il non lieve carico fiscale che i proprietari di immobili devono sostenere, proprio per alimentare la spesa per lo stato sociale.

Se l’amministrazione intende dare alloggio a chi non lo ha - precisano i giudici - deve edificare alloggi o espropriare le private dimore, secondo la legge e pagando il giusto indennizzo «e non garantire a dei riottosi il godimento di beni altrui». Con questa ferma motivazione la Cassazione ha accolto le ragioni di due società proprietarie di 50 appartamenti occupati a Firenze da attivisti del “Movimento per la casa”. La causa è stata fatta contro l’inerzia del Viminale che aveva rimandato lo sgombero per sei anni, pur in presenza di un ordine della Procura. Per i giudici non ci sono dubbi sul fatto che lo Stato non abbia alcuna discrezionalità nell’eseguire i provvedimenti giudiziari, come altrettanto chiaro è l’obbligo di reagire in modo forte a soprusi intollerabili.

I giudici di piazza Cavour prendono nettamente le distanze dal verdetto, con il quale la Corte d’Appello aveva escluso il risarcimento dei danni in favore dei proprietari, non ravvisando nel comportamento della pubblica amministrazione una condotta colposa. La scelta di rimandare di sei anni l’esecuzione dello sgombero era stata, infatti, adottata per evitare disordini e tutelare l’ordine pubblico. La “strategia” adottata dal Viminale non è però piaciuta alla Cassazione che afferma la responsabilità della Pa e dunque il dovere di risarcire i danni. La Cassazione sottolinea che «l’omessa attuazione, da parte degli organi di polizia o delle altre amministrazioni a ciò preposte, dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria costituisce un fatto illecito in sede civile, e può costituire un delitto in sede penale».

Un principio che non si presta ad elucubrazioni in uno stato di diritto. La sentenza della Cassazione, arriva proprio oggi, nello stesso giorno in cui il decreto Salvini sulla sicurezza - che prevede anche una stretta sulle occupazioni abusive - ha incassato la firma del Quirinale ed è pronto per l’iter parlamentare.

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