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Tria: «Niente rinvio per il debutto della fattura elettronica»

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al via il 1 gennaio 2019

Tria: «Niente rinvio per il debutto della fattura elettronica»

Nessun rinvio per il debutto dal 1° gennaio 2019 dell’obbligo della fattura elettronica tra privati: lo ha confermato stamattina il ministro dell’Economia Giovanni Tria con una affermazione esplicita: «Dal primo gennaio 2019 la fatturazione elettronica sarà obbligatoria in via generalizzata in tutti i rapporti commerciali, quelli business to business e business to consumer».
Al massimo si starebbero valutando possibili esclusioni per alcune categorie professionali e per le società sportive dilettantistiche. Esclusioni da inserire come emendamenti al decreto fiscale ora all’esame della commissione Finanze del Senato. Dopo una giornata all’insegna delle riunioni di maggioranza e in attesa dei pareri della Bilancio sulle coperture finanziarie degli emendamenti da mettere al voto, i senatori della Finanze hanno rinviato ad oggi i primi voti sui emendamenti da apportare alla pace fiscale e soprattutto su alcuni capitoli politicamente sensibili come la riforma del credito cooperativo o la rete unica Tim-Open Fiber depositato venerdì scorso dal relatore Emiliano Fenu (M5S).

Sull’e-fattura, dunque, la palla ora passa tutta all’agenzia delle Entrate (si vedano le pagine di Norme e Tributi). Secondo fonti di Governo, la possibilità di un differimento dell’obbligo dettato dai rilievi del Garante della privacy non è stato ancora valutato: l’abrogazione o il semplice rinvio richiede una copertura consistente visto che il gettito previsto dall’introduzione dell’e-fattura obbligatoria in termini di recupero dell’evasione è già nei saldi di finanza pubblica con 1,9 miliardi di euro in un anno di maggior gettito. Secondo il garante della privacy (si veda Il Sole 24 Ore di venerdì scorso) la fattura elettronica B2B presenta diversi punti di criticità che possono mettere a repentaglio i diritti e le libertà degli interessati.

In attesa dei chiarimenti tecnici delle Entrate e del confronto politico-tecnico suggerito anche dal presidente della Commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai, Nel decreto fiscale potrebbero entrare subito alcune esenzioni. Con una riformulazione di alcuni correttivi, infatti, il Governo ha dato il suo via libera all’esclusione dell’e-fattura per farmacisti e medici che già operano con utenti finali utilizzando il codice fiscale per tracciare al Fisco l’operazione effettuata. Sulle modalità e i dettagli si dovrà attendere il deposito del correttivo da introdurre all’articolo 10 del decreto legge.

C’è poi anche l’emendamento già depositato del relatore che esclude, sulla falsa riga di quanto già previsto per chi è in regime forfettario, le società sportive senza scopo di lucro che hanno conseguito nell’anno precedente proventi derivanti da attività commerciale per un importo non superiore a 400.000 euro.

Novità in arrivo anche sulle sigarette elettroniche dove viene confermata la sanatoria al 5% delle pretese dell’agenzia delle Dogane e dei Monopoli e soprattutto si punta a introdurre una tassazione agevolata per “svapatori“ e “bruciatori”. L’attuale prelievo del 50% rispetto all’equivalente valore delle sigarette verrebbe portato a un decimo, dunque al 5% per i liquidi senza nicotina, al 15% per quelli con nicotina. Mentre la riduzione dell’equivalenza per i tabacchi da inalazione senza combustione, ritenuti a rischio ridotto, verrebbe dimezzata passando dall’attuale 50% al 25 per cento.  Una modifica questa oggetto dell’ultimo vertice svoltosi a palazzo Chigi la scorsa settimana sui possibili correttivi da apportare al decreto fiscale e da cui sono emersi anche lo stop alla dichiarazione integrativa e l’aumento da 150 a 200 euro della sanatoria per gli errori formali (si veda il servizio in pagina), così come la volontà di cancellare anche la cosiddetta “tassa sull’ombrellone”.

Quest’ultima, sempre secondo fonti di Governo, sembrerebbe destinata a trovare posto nel decreto fiscale evitando così quanto già sta accadendo in questi giorni sulle coste riminesi dove gli uffici del Fisco hanno invitato i gestori degli stabilimenti balneari a riaccatastare gli ombrelloni, calcolando per ognuno di questi 10 mq su cui applicare l’Imposta sugli immobili (Imu). Ipotesi destinata a tramontare, mentre sul fronte ben più delicato delle concessioni balneari e più in generale della Bolkestein il Governo ha deciso di rinviare ogni possibile correttivo ad altro provvedimento.

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