Canello, chi era costui? I meno giovani - per tutti gli altri, c’è YouTube - si ricorderanno del tragico veglione di Paolo Villaggio alias Fantozzi, nel corso del quale un subdolo fisarmonicista e direttore d’orchestra porta avanti l’orologio di un’ora e mezza, per anticipare i festeggiamenti del vessato ragioniere e andare così ad animare il San Silvestro di qualcun altro. Nella sequenza del film («Fantozzi», 1975, regia di Luciano Salce, l’attore era Mirko Baiocchi) il musicista imbroglione è chiamato solo così, per titolo e cognome: Maestro Canello. Ebbene, sappiatelo: anche i festeggiamenti di Capodanno sono a forte rischio di Maestro Canello.
La tentazione di anticipare la chiusura dei festeggiamenti, proprio come fece il musicista del film, deriva dall’introduzione della fattura elettronica: chi infatti volesse restare il più a lungo possibile nella consolidata - ma invero mai abbastanza frequentata - tradizione cartacea, sa bene che è necessario emettere fattura alla conclusione della prestazione. Ma se la prestazione si fosse conclusa dopo le 23 e 59 del 31 dicembre, sarebbe scattato il passaggio alla fatturazione elettronica, con tutti i mal di capo del caso. A meno che il Maestro Canello della vostra festa non sia riuscito a collocarsi tra i soggetti esonerati dall’obbligo.
Quindi, un po’ di prudenza non guasta: al locale scelto per il brindisi, avete domandato a ristoratori, musicanti e intrattenitori in quale regime Iva si collocano o intendono collocarsi per il 2019? Avreste potuto anche chiedere «C’è un commercialista in sala?», per un doppio motivo: da una parte per farvi accompagnare nella lettura dei commi della manovra dedicati alle ultime novità della fatturazione elettronica; dall’altra, per rincuorarlo o rincuorarla in questo addio alle carte che rischia davvero di diventare, per il fisco e per noi contribuenti, il più grande spettacolo dopo il big bang.
E casomai il Fisco vi chiedesse, uno di questi giorni, cosa pensate della fattura elettronica, potete sempre cavarvela con la memorabile risposta di Pina Fantozzi al marito Ugo: «Pina, tu mi ami?» - «Ugo, io ti stimo moltissimo».
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