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Dossier Reddito di cittadinanza, come fare per evitare revoche e sanzioni

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Dossier | N. 73 articoliIl reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza, come fare per evitare revoche e sanzioni

La posta in gioco è alta e per accedere al reddito di cittadinanza i documenti da preparare (e aggiornare) sono tanti. La data chiave è il prossimo 6 marzo, primo giorno di invio delle domande. C’è quindi meno di un mese di tempo per controllare di avere tutte le carte in regola. Non basta aggiornare l’Isee per certificare che la famiglia si attesta sotto la soglia dei 9.360 euro, ma per aggiudicarsi la card bisogna dimostrare anche altri requisiti e - soprattutto - comunicare le variazioni (reddituali, patrimoniali e familiari) che sfuggono alla fotografia dell’indicatore della situazione economica.

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Ultimi giorni per la verifica dei requisiti
In ballo c’è il rischio di sanzioni: chi presenterà dichiarazioni o documenti falsi sarà punito con il carcere da due a sei anni; chi non comunica le variazioni che possono comportare la revoca o la riduzione del beneficio, con il carcere da uno a tre anni. Lo prevede il decreto 4/2019 (articolo 7, comma 2) all’esame della commissione Lavoro del Senato.

La domanda si potrà presentare online (con il Pin rilasciato dall’Inps o un’identità Spid) oppure tramite uffici postali e Caf. L’aggiornamento delle informazioni è fondamentale per portare a casa il sussidio, calcolare l’importo in modo corretto e non rischiare sanzioni più pesanti. Per chi è in affitto, ad esempio, servono gli estremi di registrazione alle Entrate del contratto, sia per l’Isee, sia per “sbloccare” la parte del sostegno di 280 euro al mese prevista solo a chi vive in locazione (che è di 150 euro per gli over 67 che hanno diritto alla pensione di cittadinanza). Chi ha un affitto in nero, dunque, non potrà accedervi.

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A scattare la fotografia del reddito del nucleo familiare sarà l’ultima dichiarazione fiscale, riferita però all’imponibile 2017. Chi ha avuto un cambiamento “pesante” della sua situazione nel 2018, come la perdita del lavoro, tale da determinare una diminuzione di almeno il 25% del valore Isee del nucleo, può dichiararlo e farsi calcolare un Isee “corrente”. In pratica, una fotografia più aggiornata, che però deve essere rinnovata ogni due mesi, pena la decadenza del beneficio.

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Quanto alla ricchezza della famiglia, ai fini Isee sarà necessario documentare la giacenza media di tutti i conti bancari e postali attivi nel 2018, rilevata al 31 dicembre. Ogni istituto ha le sue tempistiche e modalità di rilascio di questo documento. Il Dl 4/2019, inoltre, prevede che la ricchezza non debba superare i 6mila euro (accresciuti di 2mila euro per ogni componente aggiuntivo del nucleo, fino a un massimo di 10mila): resta da chiarire come certificare l’assenza di variazioni nei primi mesi dell’anno - dovute, ad esempio, a movimenti di somme nei conti correnti - che sfuggono alla fotografia dell’Isee (ferma al 31 dicembre 2018).

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Infine sugli immobili, attenzione alle seconde case, anche ricevute in eredità o in comproprietà. Il valore posseduto dal richiedente non deve superare 30mila euro, che corrisponde a un rendita catastale a fini Imu di circa 178 euro. Superare questa soglia equivale a essere esclusi dal reddito di cittadinanza.

L’obbligo di comunicare le variazioni
Il rischio di incappare nelle sanzioni continua durante tutta la fruizione del sussidio: qualsiasi variazione della situazione lavorativa o patrimoniale dovrà essere comunicata in tempi brevi all’Inps o ai centri per l’impiego. Entro 15 giorni, ad esempio, va comunicato l’acquisto di una casa. Entro 30 giorni, invece, l’eventuale collaborazione lavorativa occasionale. I moduli per registrare queste variazioni non sono ancora disponibili, ma probabilmente saranno simili a quelli utilizzati oggi per il reddito di inclusione.

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