L’ultima in ordine di tempo è stata la scuola primaria Cambini di Pisa. Che di recente ha visto crollare una parte del soffitto. Per fortuna senza feriti, perché il primo piano era stato già dichiarato inagibile. Ma è l’ennesima prova che l’edilizia scolastica in Italia resta un’emergenza. Come gli enti locali proprietari ricordano al governo praticamente ogni giorno. Anche se al ministero dell’Istruzione ne sono consapevoli già da soli. Al punto che stanno lavorando in due direzioni: da un lato, sbloccando tutti i finanziamenti “sbloccabili”; dall’altro, rimpinguando la dote per la messa in sicurezza degli stabili. Che - tra fondi scongelati e nuove poste - sfiora ormai i 10 miliardi di euro.
La nuova anagrafe
A fine settembre il Miur ha presentato la nuova anagrafe dell’edilizia scolastica. Mettendo online tutti i dati in suo possesso. La fotografia che ne deriva lascia poco spazio ai dubbi. Su 40.151 edifici censiti (+17,8% rispetto all’ultima rilevazione) oltre 22mila sono stati costruiti prima del 1970. Nel complesso solo il 53,2% possiede il certificato di collaudo statico, mentre il 59,5% non ha quello di prevenzione incendi. Senza contare che il 53,8% non possiede il documento di agibilità/abitabilità. Tutti dati - sottolineano dal ministero - che verranno aggiornati in tempo reale grazie allo scambio di informazioni con le anagrafi regionali. Una volta che queste saranno complete. Dei 500 campi che le autonomie dovranno inserire, 158 andranno prodotti da giugno in poi e gli altri solo a partire dal 2020. Nel frattempo, a giorni sarà operativo lo scambio di notizie con l’anagrafe degli studenti. In modo da conoscere in tempo reale la dislocazione degli alunni nei vari plessi scolastici.
Le risorse a disposizione
Quando il discorso si sposta sui fondi cominciano le note dolenti. Almeno a detta degli enti locali. Nel sottolineare che il fabbisogno complessivo per la messa in sicurezza dell’intero patrimonio scolastico richiederebbe 30 miliardi l’Anci quantifica in oltre 6 miliardi le risorse disponibili in teoria, ma bloccate in pratica. Un tema rilanciato anche dalle province che si soffermano, ad esempio, sugli 1,7 miliardi di mutui Bei. A tal proposito l’Upi ricorda l’impegno a destinarne almeno il 30% alle superiori (di loro competenza) e lamenta l’assenza del decreto interministeriale Mef-Miur di assegnazione. Provvedimento che in realtà sarebbe stato firmato il 31 gennaio ed è in attesa di pubblicazione.
Interrogato sui numeri, al Sole 24 ore del Lunedì il ministro Marco Bussetti risponde: «Come governo abbiamo lavorato da subito per liberare le risorse a disposizione, oltre 7 miliardi, che erano rimaste nel “cassetto”. In pochi mesi - aggiunge - le abbiamo sbloccate e ne abbiamo chieste di nuove, abbiamo semplificato la normativa, velocizzando la spesa, lavorato al miglioramento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica e messo a disposizione degli enti locali risorse specifiche per la progettazione in mancanza delle quali, spesso, i lavori si rallentavano».
E cita poi i 114 milioni con cui sarà avviato «uno specifico piano per l’antincendio che si attendeva da anni». E che consentirà - precisa il ministro - di avviare «2.000 interventi per l’ottenimento della certificazione». Nonostante lo stop alla proroga triennale dei piani antincendio che è entrato e uscito dal decreto semplificazioni dopo l’alt del Colle ai troppi emendamenti disomogenei.
Nel complesso da qui ai prossimi anni le risorse per l’edilizia sfioreranno i 10 miliardi. Se ai 7 citati da Bussetti aggiungiamo gli 80 milioni per l’antisismica e soprattutto i 2,6 miliardi sul Fondo investimenti. Richiesti per effetto della manovra 2019 e da sbloccare mano a mano.
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