Il sistema fiscale italiano continua ad essere afflitto da un grado di complessità troppo elevato. Vanno quindi accolti con interesse i tentativi di riforma, come quello della proposta di legge per la semplificazione fiscali.
Va però valutata con cautela la norma che prevede l’introduzione del contraddittorio tra contribuente e ufficio finanziario come fase endoprocedimentale obbligatoria in tutti i percorsi di controllo fiscale. Questo momento di confronto dovrebbe essere attuato in via preventiva rispetto alla formazione dell’atto impositivo.
Una disposizione con queste finalità andrebbe nella direzione dei princìpi espressi nello Statuto dei diritti del contribuente, potrebbe aggiungere elementi di prova alle tesi su cui è fondato il recupero a tassazione e definirebbe in maniera più puntuale il percorso attraverso il quale l’Amministrazione tributaria individua l’obbligazione tributaria in capo al contribuente. Andrebbero tuttavia considerati anche i rischi che la fase del contraddittorio possa far slittare i tempi dell’emissione dell’atto impositivo oltre i termini di prescrizione, tenuto conto del cronico arretrato con cui lavorano gli Uffici accertatori, ovvero, per evitare il problema, ampliare a favore del Fisco i già ampi termini per l’accertamento.
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