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Diffamazione aggravata anche per le dichiarazioni fatte al blogger

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Diffamazione aggravata anche per le dichiarazioni fatte al blogger

La diffamazione aggravata scatta anche con le dichiarazioni lesive fatte ai blogger. Pur non potendosi, infatti, considerare i blog delle testate giornalistiche, sono comunque un veicolo pubblicitario che raggiunge, al pari dei social media, un numero indeterminato di persone. A ricordarlo è la Corte di cassazione, con la sentenza 16564, con la quale decide in merito ad una causa di diffamazione subita dal noto critico cinematografico Paolo Merenghetti. A Marco Muller, all’epoca dei fatti direttore del Festival di Venezia, era stata mossa una doppia accusa: di aver affermato, nel corso di una conferenza stampa dedicate a giornalisti di testate on line, che Merenghetti aveva fischiato durante la proiezione dei film di Werner Herzog, e che il critico aveva scritto la recensione del film “promesse scritte nell’acqua” di Vincent Gallo, pur essendo uscito dalla sala solo mezz’ora dopo l’inizio della proiezione. La prima accusa era caduta già in secondo grado: dire che qualcuno fischia nel corso di uno spettacolo non è diffamante, mentre l’ex direttore era stato condannato per aver attribuito a Merenghetti un comportamento scorretto: aver criticato il film pur avendone visto solo una parte. La Suprema corte, sul punto, conferma la prescrizione ma non assolve nel merito. L’accusa era stata riportata dal giornale Variety, ma Muller aveva sempre negato di aver detto la frase incriminata, e la registrazione dell’intervista era sparita. Pesa però la mancata richiesta di smentite o di denunce nei confronti del giornalista che gli aveva attribuito un fatto non vero.

Per quanto riguarda invece il primo reato, per il quale c’era stata l’assoluzione, la difesa riteneva che rientrasse nel raggio d’azione del giudice di pace - facendo così scattare le regole di connessione anche per l’altro giudizio oggetto di condanna - non trattandosi di diffamazione aggravata. L’imputato, infatti, non aveva mai rilasciato dichiarazioni pubbliche a giornalisti, ma si era lasciato andare solo ad alcune esternazioni a Venezia “in privato” alla presenza di alcuni blogger: esternazioni poi messe sul web e rilanciate dal Corriere della Sera. La Suprema corte sottolinea però che anche in tal caso il reato, se ci fosse stato, sarebbe stato aggravato, rientrando nella competenza del Tribunale, perché fare dichiarazioni ad un blogger «implica non solo la consapevolezza ma anche il proposito della pubblicazione delle stesse sul web». In ogni caso il problema di competenza sollevato è ininfluente a fronte dell’assoluzione per il reato contestato. Mentre l’altro è prescritto.

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