L’Inps ha realizzato un simulatore per il reddito e la pensione di cittadinanza che è già disponibile per i suoi dipendenti e «a breve» sarà utilizzabile da tutti. Lo strumento verrà inserito nel sito internet dell’istituto di previdenza nella sezione “tutti i servizi- Isee post-riforma 2015” e consentirà di verificare sia il possesso dei requisiti di accesso che l’importo della prestazione, secondo quanto comunicato dall’Inps stesso con il messaggio 1954/2019. L’implementazione del simulatore consentirà dunque di conoscere in anticipo il controvalore dell’assegno, dando la possibilità di decidere se richiederlo o rinunciare.
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Un aspetto da non trascurare a fronte dei malumori espressi da una parte dei beneficiari nelle prime settimane di implementazione della nuova misura di sostegno al reddito perché ritenuta inferiore alle aspettative.
Lo strumento consentirà due tipi di simulazione. La prima sarà effettuabile a fronte di una dichiarazione sostitutiva unica attestata valida (il documento base per l’elaborazione dell’indicatore della situazione economica equivalente). In questo caso il cittadino ha già compiuto il primo passo verso il reddito o la pensione di cittadinanza, presentando la documentazione per ottenere l’Isee, anche se magari per altre finalità assistenziali.
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Tali dati, certi costituiranno la base per la simulazione dell’importo spettante. Questo tipo di calcolo sarà accessibile solo tramite autenticazione sul sito internet Inps, mediante Pin, carta nazionale dei servizi o identità digitale Spid.
Sarà poi disponibile (così come già accade per l’Isee) una simulazione basata su dati autodichiarati che quindi, in caso di errore di calcolo e inserimento da parte del cittadino, potrà rivelarsi non attendibile. A chi sceglie questa soluzione non sarà chiesto di autenticarsi.
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In entrambi i casi, a fronte del rispetto dei requisiti reddituali e patrimoniali previsti, si otterrà il valore del reddito o della pensione di cittadinanza.
Diversamente, il sistema evidenzierà quali parametri non sono in linea con quanto richiesto dalla normativa, in particolare dall’articolo 2, comma 1, lettera b del decreto legge 4/2019.
Dopo un avvio non brillante le domande per reddito e pensione di cittadinanza hanno di gran lunga superato quota un milione, con un tasso di esito positivo che dovrebbe attestarsi intorno al 75 per cento secondo quanto affermato qualche tempo fa dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico.
In questi giorni è anche atteso il decreto ministeriale (si veda il Sole 24 Ore del 20 maggio) che dettaglia quali tipologie di acquisti non si potranno fare con gli importi accreditati sulla carta prepagata del reddito di cittadinanza.
Ancora lontana dalla piena operatività è invece l’implementazione delle politiche attive che dovrebbero coinvolgere i beneficiari del reddito, disoccupati ma in condizioni di lavorare, nella ricerca di un nuovo impiego.
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