Mette a rischio la fiducia che il cittadino deve avere nella magistratura la toga che fa un abuso edilizio, ingrandendo la sua casa, all’interno del parco di Veio. Le Sezioni unite della Cassazione (sentenza 13986) confermano il taglio di 4 mesi di anzianità per un magistrato che aveva ampliato del 30 per cento una casa di sua proprietà, all’interno di una zona di pregio ambientale come il parco di Veio. Abuso che le era costato la condanna a otto mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per aver violato i vincoli senza autorizzazioni .
Alla condanna penale era seguito l’illecito disciplinare. Ad avviso dell’incolpata il Consiglio Superiore della magistratura si era “appiattito” sulla sentenza penale, senza valutare autonomamente e senza dare un peso ad una carriera priva di ombre, come testimoniato dal presidente del Tribunale nel quale la toga prestava servizio e da un’altra collega. Per la ricorrente i probi viri avrebbero dovuto riconoscere la scarsa rilevanza, prevista dalle norme sugli illeciti dei magistrati (Dlgs 109/2006, articolo 3), da leggere anche in concorso con le circostanze descritte dall’articolo 131-bis del Codice penale: beneficio che lascia impuniti in caso di azioni di particolare tenuità. Tesi che la Cassazione respinge ritenendo corretta la conclusione della Sezione disciplinare del Csm. La “punizione” era meritata in considerazione della gravità del fatto - commesso da chi ben conosceva la legge - idoneo a incrinare l’immagine del singolo magistrato e il prestigio dell’intero ordine giudiziario.
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