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Paradisi fiscali, emersi 4.900 miliardi di euro in 47 milioni di conti…

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Paradisi fiscali, emersi 4.900 miliardi di euro in 47 milioni di conti offshore

Lo scambio internazionale di informazioni fiscali dà i primi risultati: 47 milioni di conti offshore per un totale di circa 4.900 miliardi di euro sono emersi dal 2018 a oggi. È quanto rivela uno studio dell’Ocse reso noto dal segretario generale Angel Gurria in occasione della riunione dei ministri delle Finanze del G20 che si ritroveranno questo fine settimana a Fukuoka, in Giappone. Il risultato è stato reso possibile grazie all’avvio dello scambio automatico di informazioni attuato attraverso 4.500 accordi bilaterali tra gli Stati. Si tratta della più grande iniziativa contro l’evasione fiscale mai realizzata nella storia.

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Le voluntary disclosure dei conti offshore e degli asset finanziari hanno portato 95 miliardi di euro di entrate fiscali aggiuntive nelle casse dei paesi del G20 nel decennio 2009-2019, due miliardi in più rispetto a quanto registrato nell’ultimo report Ocse del novembre 2018.

I depositi bancari nei cosiddetti centri offshore (cioé i paradisi fiscali) sono aumentati in maniera massiccia dal 2000 al 2008, raggiungendo un picco di 1.600 miliardi di dollari a metà 2008. Da allora i depositi hanno registrato complessivamente una caduta del 34%, vale a dire una perdita 551 miliardi di dollari dal momento in cui questi paesi hanno aderito a standard più elevati di trasparenza. In particolare, lo scambio automatico di informazioni ha portato direttamente a una perdita stimabile tra il 20 e il 25% dei depositi bancari nei centri offshore.

«La comunità internazionale è riuscita a portare sulla questione fiscale un livello di trasparenza senza precedenti , che porterà risultati concreti per le entrate e i servizi statali nei prossimi anni - ha commentato Gurria - . Le iniziative a favore della trasparenza che abbiamo definito e realizzato nel G20 hanno fatto emergere una grande quantità di fondi offshore che ora le autorità possono tassare».

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«I dati raccolti finora sono solo il primo risultato - ha aggiunto il segretario generale dell’Ocse -. Stiamo veramente avvicinandoci a un mondo dove non ci saranno più nascondigli».

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