
Il quesito. I 30 giorni per non essere tenuti alla registrazione di un contratto d’affitto breve sono da intendere complessivamente nell’anno
per ogni persona? O vanno conteggiati sommando anche più persone? Per esempio: cosa accade se si affitta l’appartamento per
20 giorni a una persona e 25 giorni a un’altra?
Inoltre, il decreto sicurezza prevede la comunicazione alla Questura anche per gli affitti brevi: bisogna registrarsi ed effettuare
l’iter di abilitazione, anche se si affitta una casa vacanze solo per un breve periodo dell’anno e senza servizi aggiuntivi?
G.S. - Brescia
La risposta. Il termine di 30 giorni – indicato dall’articolo 4 del Dl 50/2017 (convertito dalla legge 96/2017) sul «regime fiscale delle locazioni brevi» – dev’essere inteso per singolo contratto/inquilino. Significa che, nel corso dell’anno, è possibile stipulare più contratti di locazione breve, di durata non superiore a 30 giorni, senza procedere alla registrazione di cui al Dpr 131/1986 (anche l’articolo 17 di questo Dpr prevede, tra l’altro, il termine di 30 giorni per la registrazione).
Il cosiddetto decreto sicurezza (Dl 113/2018, convertito dalla legge 132/2018) ha puntualizzato che gli obblighi di controllo e comunicazione – di cui all’articolo 109 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Rd 773/1931) – si applicano anche ai locatori o sublocatori che locano immobili o parti di essi con contratti di durata inferiore a 30 giorni, anche se l’affitto riguarda un solo contratto.
Ne consegue che – salvo ulteriori chiarimenti da parte del ministero dell’Interno – allo stato è necessario procedere alla comunicazione alle Questure territorialmente competenti, avvalendosi di mezzi informatici o telematici (o, in extremis, mediante fax o Pec, in caso di problemi tecnici), comunicando le generalità delle persone alloggiate secondo le modalità stabilite dal ministero dell’Interno e nel rispetto della normativa sulla privacy. È quindi necessaria – salvo sanzioni – la comunicazione telematica attraverso il portale «alloggiati Web» della Polizia di Stato.
Il quesito è tratto dall’inserto L’Esperto risponde, in edicola con Il Sole 24 Ore di lunedì 17 giugno 2019.
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