Il Garante del contribuente viene chiamato in causa per sospendere l’applicazione degli Isa (indici sintetici di affidabilità
fiscale). Ieri i sindacati dei commercialisti Adc-Anc hanno preso carta e penna e scritto all’Autority - ai 21 rappresentanti
presenti sul territorio - per chiederne l’intervento.
Nella lettera, firmata dai presidenti Enzo De Maggio (Adc) e Marco Cuchel (Anc) si chiede ai Garanti di valutare «la previsione
di una totale disapplicazione degli Isa per l’anno d’imposta 2018 e, in alternativa, di prevedere la scadenza
per il pagamento delle imposte, senza alcuna maggiorazione, al 30 settembre 2019». Motivo: le sostanziali criticità evidenziate
e le difficoltà che continuano ad essere segnalate dai professionisti. A rendere difficoltosa la prima applicazione è il ritardo
con cui sono arrivate le regole di applicazione (10 maggio 2019) e il rilascio del sofware di elaborazione (operativo solo
dall’11 giugno 2019). Secondo i sindacati, che segnalano l’oggettiva impossibilità per i commercialisti di analizzare compiutamente
la nuova procedura e soprattutto di informare adeguatamente i contribuenti che assistono, l’applicazione immediata degli
Isa contrasta con lo Statuto del contribuente, in particolare con l’articolo 3, comma 2 e l’articolo 6, comma 3.
Va ricordato che una “mini-proroga” dal 1° al 22 luglio è stata accordata la scorsa settimana (si veda il Sole 24 Ore del 7 giugno) come risposta alla richiesta avanzata dal presidente del Consiglio nazionale della categoria Massimo Miani che si era rivolto al ministro Tria per chiedere una proroga dei versamenti al 30 settembre - con una lettera datata 23 maggio - e successivamente al premier Conte denunciando il grave e colpevole ritardo e la necessità di rendere facoltativa l’applicazione degli Isa e la compilazione dei modelli per il primo anno.
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