Sono assolutamente favorevole alle specializzazioni, ma deve essere il mercato, le attività esperienziali e il curriculum a evidenziarle, e non certo un titolo e una scuola, che sono assolutamente importanti, ma formative e complementari. Anche negli altri Paesi Europei, nostro riferimento e confronto da sempre, funziona così.
Le specializzazioni devono essere le più svariate possibili, e avere una distinzione la più apprezzabile possibile, come ad esempio: fiscalità e contenzioso; revisore contabile, audit e controllo; curatore e risanatore aziendale; bilancio, accounting, reporting operazioni straordinarie eccetera.
Questa attività e indicazioni possono sicuramente cambiare il passo della nostra professione, perché «rifondare la nostra professione da più forza ed energia all’intera categoria». La specializzazione ci aiuta a crescere, a potenziare le nostre sinergie, ad essere più competitivi anche con le atre professioni economico/legali e soprattutto con le società di consulenza, che hanno già adottato questo percorso.
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