Presidente, un anno fa abbiamo assistito alla fusione dei fondi facenti capo al mondo della cooperazione. Che bilancio si può trarre da questi dodici mesi?
Previdenza Cooperativa è nato con l'obiettivo di favorire lo sviluppo di migliori condizioni di tutela e redditività dei patrimoni
degli aderenti, attivare economie di scala, efficienza e ottimizzazione dei costi, offrire agli iscritti servizi e prestazioni
migliori. Il bilancio di questi primi mesi di attività è positivo: la razionalizzazione dei servizi sovrapponibili e la rinegoziazione
dei corrispettivi con i fornitori hanno generato risparmi nell'ordine dell'8-10%.
Il Consiglio di amministrazione del Fondo è ora impegnato a consolidare gli assetti organizzativi del Fondo, a completare
la revisione della politica di investimento e ad ampliare la base associativa.
Il 2018 non è stato certo un anno positivo per i mercati e quindi per le gestioni previdenziali. Quali riflessioni state facendo sulla vostra politica di investimento?
Previdenza Cooperativa offre agli iscritti la possibilità di scegliere tra più comparti di investimento, ciascuno con uno specifico profilo rischio-rendimento. Il Fondo sta portando avanti, da un lato, la semplificazione dei comparti (ndr. passeranno da sei a tre) e, dall'altro, la revisione della politica di investimento attraverso la ricerca di un bilanciamento ottimale tra rischio e rendimento. Su un orizzonte temporale di 10 anni - coerente con quello previdenziale - tutti i comparti di investimento del Fondo hanno ottenuto rendimenti superiori al trattamento di fine rapporto: dal 2000, 100 euro sono diventati oggi 160 per chi li ha lasciati in azienda come Tfr, e fino a 218 per i lavoratori che li hanno investiti nei fondi chiusi cooperativi. A ciò gli iscritti hanno sommato il vantaggio fiscale derivante dalla partecipazione al Fondo e il contributo aggiuntivo del datore di lavoro, che rappresenta un significativo incremento del flusso contributivo.
Cosa avete in programma per incentivare l’adesione al fondo?
Il tasso di adesione al Fondo in rapporto alla platea potenziale presenta margini di miglioramento. La prolungata situazione
di difficoltà dell'economia reale non ha fin qui favorito un ampio sviluppo della previdenza complementare. Rimane inoltre
centrale l'esigenza di colmare le “voragini informative” attraverso la promozione dell'educazione previdenziale.
Nel Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica la Corte dei Conti ha evidenziata l'utilità di una riflessione
su alcuni temi di grande rilievo: tra questi merita di essere richiamato quello dell'adeguatezza prospettica dei trattamenti
previdenziali futuri e la possibilità che, in contesti caratterizzati da bassi salari e discontinuità delle carriere lavorative,
si determinino elevate quote di trattamenti previdenziali “poveri”.
Per questo salutiamo con favore il progetto “Rafforzare la previdenza complementare. Promuovere le adesioni ai fondi negoziali”
promosso da Assofondipensione, che prevede iniziative da sviluppare nel rapporto con le Istituzioni, in sede contrattuale
e attraverso l'azione del sistema Assofondipensione (Associazione, Parti sociali, singoli Fondi) per realizzare informazione
previdenziale volta a favorire un'adesione consapevole.
Stefano Dall'Ara è direttore Società Partecipate e Diversificate di Coop Alleanza 3.0, la più grande cooperativa del sistema
Coop. Riveste di conseguenza diversi incarichi di amministratore in società ed enti della galassia Coop e non solo; è presidente
di Robintur Travel Group e, dal 2018, Vicepresidente di Fto Italia, la Federazione Italiana Turismo Organizzato del Sistema
Confcommercio. Da aprile 2019 presiede il Consiglio di amministrazione di Previdenza Cooperativa, dopo averne presieduto quello
transitorio dal luglio 2018.
Bolognese, 55 anni, ha al suo attivo una lunga esperienza nel mondo bancario, finanziario, cooperativo e societario. Ha inoltre
ricoperto ruoli manageriali e politico istituzionali nel mondo della pallacanestro nazionale.
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