La dichiarazione di eccezionale interesse storico e artistico di un bene ha effetto dal momento in cui l’interessato riceve la notificazione da parte della soprintendenza. È il principio innovativo che si ricava da un’ordinanza cautelare (la 635/2019) del Tar Lombardia. Finora, infatti, la giurisprudenza amministrativa si era orientata a far decorrere l’efficacia del vincolo dal momento in cui questo veniva apposto, a prescindere dalla comunicazione al diretto interessato.
Le auto storiche
La questione sottoposta ai giudici nasce dalla vendita da parte di Aste Bolaffi Spa di otto auto provenienti dall’archivio storico Stile Bertone. Risale al 23 maggio 2018 la comunicazione di avvio del procedimento di valutazione - ai sensi dell’articolo 10, comma 3, del Dlgs 42/2004 (il codice dei beni culturali) - dell’intesse storico artistico del lotto di automobili.
Tempi lunghi
Il tempo passa e dalla soprintendenza non arriva alcuna risposta. Trascorrono anche i 120 giorni che la legge assegna agli
uffici per rispondere. A quel punto Aste Bolaffi decide di procedere alla vendita. Il 25 febbraio 2019 la società riceve
la notificazione del provvedimento di dichiarazione di interesse storico. La casa d’aste - assistita dallo studio legale Merani,
Vivani e associati - si rivolge al Tar, rilevando il considerevole lasso di tempo trascorso tra l’avvio del procedimento
e la notifica del vincolo e chiedendo in prima istanza la sospensiva della dichiarazione di interesse storico.
Sospensiva accolta
Richiesta che viene accolta dai giudici. «Gli obblighi conseguenti alla dichiarazione non possono che avere efficacia - si
legge nell’ordinanza - dalla data in cui la stessa è conosciuta dal destinatario, attraverso la formale notificazione». E
ciò a maggior ragione quando la risposta della soprintendenza arriva dopo quasi un anno. Un tempo così lungo da «giustificare
il legittimo convincimento nel ricorrente del venir meno dell’efficacia delle misure cautelari» previste dall’articolo 14
del codice dei beni culturali.
Il danno potenziale
È vero, aggiunge il Tar, che anche un periodo così lungo «non ha consumato il potere dell’amministrazione di provvedere»,
ma allo stesso tempo ha prodotto nell’interessato la legittima aspettativa che sui beni non ci fosse alcun vincolo e che
pertanto di potesse tranquillamente procedere alla vendita. L’arrivo, seppure tardivo, del vincolo rimescola le carte e pone
Aste Bolaffi nella posizione di poter ricevere un danno, perché dovrebbe chiedere la restituzione delle auto vendute o comunque
attivarsi per tener conto del nuovo quadro. Ecco perché, spiegano i giudici, la sospensiva va accolta e la dichiarazione di
interesse storico congelata fino all’udienza di merito che - a proposito di tempi lunghi -si terrà il 5 maggio 2020.
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