Tagli ai compensi dei Caf (30 milioni in meno rispetto al 2018 ) e crescita delle dichiarazioni online: lo segnala la Consulta dei Caf. L’anno scorso le dichiarazioni on line erano state 2,73 milioni mentre quest'anno il trend indica una crescita del 13-14%. Fino ad oggi le presentazioni on line sono state 1,8 milioni ed è probabile che a fine anno siano circa tre milioni. Alla data del 14 giugno (c'è tempo per presentare le dichiarazioni fino al 23 luglio e nel 2018 le presentazioni tramite Caf erano state 17,6 milioni) i Caf hanno lavorato 10,3 milioni di 730 a fronte di 10,5 nello stesso periodo del 2018.
«In pratica avremo 9 euro netti per ogni pratica mentre dovrebbero essere 15 - spiegano i coordinatori della Consulta Massimo Bagnoli e Mauro Soldini - a fronte di un costo industriale medio per noi di 35 euro. C'è una tariffa per il servizio reso al contribuente ma cresce di 1-2 euro medi l'anno mentre la riduzione del compenso è più alta».
Teoricamente il compenso per ogni pratica da parte dello Stato dovrebbe essere di 15 euro più Iva quindi il taglio rispetto a quanto si avrebbe con il compenso pieno è del 40%. Questo è possibile perché mentre è fissato un compenso per pratica c'è anche un tetto massimo che si è ridotto negli ultimi 4 anni di 100 milioni (in attesa della crescita delle dichiarazioni online). A fronte del mancato decollo delle dichiarazioni online si è ridotto quindi il compenso medio per pratica.
Forte aumento dell’Isee
La Consulta dei Caf ha anche fornito i dati aggiornati sull’Isee, che hanno registrato un forte aumento. Sono oltre 5,3 milioni
le richieste avanzate ai Centri di assistenza fiscale di elaborazione dell'indicatore della situazione economica fino al
16 giugno, con una crescita di oltre 1,1 milioni di richieste rispetto a quelle arrivate nel 2018 fino al 30 giugno.
L’aumento del 26% è stato trainato soprattutto dalle norme sul Reddito di cittadinanza e sul cosiddetto “saldo e stralcio”. L'indicatore della situazione economica,infatti, è necessario sia per potere fare domanda del sussidio contro la povertà del Governo gialloverde sia per accedere al “saldo e stralcio” delle cartelle, ossia la riduzione delle somme dovute, per i contribuenti in «grave e comprovata difficoltà economica».
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