Un restyling con effetti profondi che arriva proprio quando la macchina fiscale è in piena corsa. Il testo del decreto crescita uscito dall’esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera (e ora atteso al voto dell’Aula prima di passare al Senato) cambia sia i termini di versamento sia quelli di dichiarazione. Molto atteso - vista l’imminenza della scadenza attuale del 1° luglio - è il differimento introdotto per i 3,89 milioni di partite Iva soggetti alle nuove pagelle fiscali, gli Isa. Un differimento al 30 settembre di tutti i versamenti delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi, dell’Irap e ma anche dell’Iva in scadenza tra il 30 giugno e il 30 settembre.
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Un’altra novità introdotta dalla conversione del decreto crescita e “mutuata” dalla proposta di legge sulle semplificazioni fiscali che era stata già approvata in prima lettura alla Camera è che passa a regime dal 30 settembre al 30 novembre il termine per la trasmissione telematica dei modelli Redditi e Irap. Per il 2019, quindi, la scadenza sarà il 2 dicembre, in quanto il 30 novembre cade di sabato. Così come viene spostata a fine anno (31 dicembre) il termine per la dichiarazione Imu-Tasi per le variazioni intervenute nel 2018: variazione anche questa a regime.
A ciò si aggiunge anche la riapertura della rottamazione-ter e del saldo e stralcio, per le quali si potrà presentare domanda entro il 31 luglio.
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Nel nuovo calendario fiscale andranno evidenziati anche i 12 giorni che gli operatori Iva potranno utilizzare per emettere fatture elettroniche o trasmettere i dati dei corrispettivi dal giorno dell’operazione.
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